Salvador, un insegnante da poco andato in pensione a causa di un problema psicologico – ammutolisce davanti ai suoi alunni – si trasferisce in un villaggio sulle montagne di Madrid, dove vive in una piacevole capanna. Qui incontra la dipendente di un negozio di alimentari, Montserrat. Molte cose li separano: lui è single, meditativo e ha 68 anni; lei ha 45 anni, è attiva, risoluta, divorziata e madre di un figlio. Tra loro si sviluppa una torrida storia d’amore. L’idillio dura quattro mesi e mezzo e comincia alla vigilia dell’allarme sanitario. La trama del romanzo, confinato in un ambiente chiuso e intimo, è poco più che una gruccia a cui appendere vari contenuti. In assenza di azione, il protagonista ritorna alla sua gioventù e rievoca una storia sconvolgente con un compagno di studi. Allo stesso tempo la storia è piena di riflessioni, inserite in una costante e fervente pirotecnica concettuale. Il grande tema del libro è l’erotismo. La passione diventa il veicolo che riscatta la specie umana dai suoi limiti e il mezzo per superare un’entità misteriosa e abissale, l’Oscurità, una minaccia in agguato che indica i pericoli del mondo che non comprendiamo. Con un gusto per il paradosso al limite dell’arguzia, Vilas passa in rassegna vari temi: l’identità; la crisi delle nazioni e la loro inesorabile scomparsa; la mancanza di polso della Spagna e dell’Unione Europea; il denaro; il sapere classico di fronte alla tecnologia schiacciante; la libertà individuale; la preminenza della politica su qualsiasi discorso. Vilas offre l’illusione dell’amore come lenitivo al bilancio negativo sulla natura umana e sulla sua deriva storica. Santos Sanz Villanueva, El Mundo

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Questo articolo è uscito sul numero 1430 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati