Usando dati antichi e moderni è stato ricostruito l’albero genealogico dell’umanità. I ricercatori hanno analizzato il genoma di 215 popolazioni umane, integrandolo poi con alcune sequenze di dna antico, provenienti per esempio da ominidi arcaici come denisova e neandertal. La ricostruzione dell’albero genealogico umano ha permesso di osservare eventi chiave dell’evoluzione della nostra specie, come le origini ancestrali in Africa nordorientale circa 72mila anni fa e la migrazione fuori dal continente, ma anche eventi importanti in cui la popolazione si è divisa o si è spostata. Lo studio è complesso dal punto di vista tecnico perché il dna estratto dai reperti antichi è spesso degradato. Le sequenze contengono errori che rendono difficile il loro uso e soprattutto l’integrazione con dati genetici moderni. Il procedimento, basato anche sulla statistica e sull’informatica, ha comunque permesso di ricostruire un quadro affidabile, che arriva fino a 50mila generazioni fa. Una maggiore completezza dei dati, includendo popolazioni assenti o poco rappresentate, potrebbe rendere il quadro ancora più esaustivo. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1450 di Internazionale, a pagina 97. Compra questo numero | Abbonati