A metà agosto la Cina ha deciso di cancellare i debiti di diciassette paesi africani. L’annuncio, scrive African Arguments, è stato accolto con sollievo nel continente, i cui governi sono pronti ad accettare tutto l’aiuto che gli viene offerto “di fronte alla prospettiva di un’imminente crisi del debito”. Il sito ricorda che in passato Pechino ha già rinunciato a pretendere i rimborsi di paesi africani a cui aveva concesso prestiti (al momento i più indebitati con la Cina sono l’Angola, l’Etiopia, il Kenya, la Nigeria e lo Zambia). Spesso erano somme esigue, ma comunque significative per le economie fragili di paesi come il Niger o il Madagascar. Nel complesso, osserva African Arguments, il valore politico dell’annuncio è più grande di quello strettamente finanziario. Per riaffermare la sua influenza nel continente la Cina vuole scrollarsi di dosso le accuse mosse da paesi come gli Stati Uniti, secondo cui userebbe le sue risorse economiche per intrappolare l’Africa nella spirale del debito.

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Questo articolo è uscito sul numero 1477 di Internazionale, a pagina 37. Compra questo numero | Abbonati