La bella idea del film di Ari Folman è realizzare un sogno di Anna Frank, dando vita alla sua amica immaginaria Kitty, che qualche decennio dopo la fine della guerra si lancia alla sua ricerca. Una splendida visione offerta da Folman, il cui gusto visivo pare tuttavia mutevole: a volte audace, altre fin troppo saggio. Ma è anche vero che nel film sono riuniti tutti i contrasti: l’energia luminosa di Anna, che vuole sfuggire in ogni modo alla trappola in cui è rinchiusa, e la realtà sempre più minacciosa dei campi di sterminio. Si ha voglia di riattraversare questa storia in tutti i modi possibili, di parlarne agli adulti così come ai bambini. Frédéric Strauss, Télérama

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Questo articolo è uscito sul numero 1480 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati