Il terzo film di Ali Abbasi, iraniano che vive in Europa dal 2001, mette i modi e le convenzioni del cinema di genere al servizio di uno sguardo critico su una società che vive profonde contraddizioni. In Holy spider, basato su fatti realmente accaduti, la giornalista Rahimi (Zar Amir-Ebrahimi) cerca di scoprire l’identità di un serial killer che uccide prostitute nella città iraniana di Mashhad, al confine con l’Afghanistan. L’omicida si rivela un fanatico religioso che paradossalmente diventa un eroe per una parte dell’opinione pubblica. Il film è stato girato in Giordania, a distanza di sicurezza dalla censura iraniana.
Jean-François Rauger, Le Monde

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Questo articolo è uscito sul numero 1499 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati