Ad agosto il presidente siriano Bashar al Assad ha deciso di raddoppiare lo stipendio ai dipendenti statali nelle zone controllate dal regime. Ma subito dopo, scrive il settimanale indipendente siriano Ennab Baladi, ha rincarato del 300 per cento il prezzo del carburante. L’aumento in busta paga, che i dipendenti statali aspettavano da anni, è stato “completamente inutile”. Per questo c’è stata una grande ondata di rabbia tra i residenti delle aree controllate da Damasco. Nel sud del paese, mai toccato direttamente della guerra, sono esplose molte manifestazioni di protesta per la situazione economica. Con un tasso d’inflazione al 238 per cento, la Siria è seconda solo allo Zimbabwe e al Venezuela.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1530 di Internazionale, a pagina 108. Compra questo numero | Abbonati