Dalla fine di agosto nel Kerala il virus nipah ha infettato sei persone, uccidendone due. È il quarto focolaio in cinque anni nello stato indiano. Per contenere i contagi, scrive Nature, in pochi giorni sono stati fatti più di 700 tamponi. Scuole, uffici e trasporti pubblici sono stati chiusi. Il virus nipah è comune tra i pipistrelli, e può contagiare gli esseri umani e animali domestici come il maiale attraverso il contatto diretto o tramite cibo e acqua contaminati dai fluidi corporei. Causa febbre, vomito, polmonite e disturbi neurologici, e ha un elevato tasso di mortalità (tra il 40 e il 75 per cento). Finora non esistono vaccini né terapie. Il rischio che si diffonda su scala globale è basso, ma se dovesse comparire una variante più contagiosa potrebbe arrivare in altri paesi e causare epidemie più vaste. Una migliore gestione della fauna selvatica e il ripristino delle aree forestali potrebbero ridurre la diffusione dei virus zoonotici.

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Questo articolo è uscito sul numero 1531 di Internazionale, a pagina 111. Compra questo numero | Abbonati