Muriel Barbery conosce bene Kyoto, e l’ha già usata per il viaggio iniziatico di Rosa, la giovane botanica francese di Una rosa sola: frutto di una breve relazione tra una malinconica addetta stampa, Maud, e un mercante d’arte giapponese, Haru, Rose scopriva a Kyoto il testamento di un padre che non aveva mai conosciuto. In Un’ora di fervore ritroviamo questi personaggi, ma in un viaggio diverso. Tutto è invertito: il punto di vista è quello di Haru, a cui è negato il diritto di avvicinarsi alla figlioletta e di vederla crescere, se non attraverso delle foto. Una specie di anamnesi che, dall’infanzia ai suoi ultimi giorni, gli permette di ricomporre il puzzle della sua esistenza. Haru è un “figlio delle montagne” innamorato della bellezza. Dopo aver studiato architettura, ha comprato un edificio in rovina sulle rive del fiume Kamo-Gawa, che attraversa Kyoto, e lo ha trasformato in una “meraviglia di legno e vetro”. Il lascito di Haru a Rose è una visita a questo sito straordinario, accanto ad altri luoghi ricchi di emozioni.
Monique Petillon, Le Monde

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1531 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati