Sembra proprio che il titolo La persona peggiore del mondo sia stato sprecato sul film norvegese sbagliato, visto che è arrivato un pretendente nettamente migliore. Realizzata dagli stessi produttori del film di Joachim Trier, questa cupa commedia di Kristoffer Borgli dipinge il ritratto di un mostro e suggerisce che la brama di attenzioni può portare alla totale autodistruzione. Signe (Kristine Kujath Thorp) ha una relazione tossica con l’artista (e ladro) Thomas. Il narcisismo fa sì che la coppia possa apparire ben assortita. Lui sarà anche disonesto e avrà la tendenza a sminuire la sua ragazza, ma il maniacale bisogno di attenzioni spinge Signe a raccontare qualsiasi bugia le salti in mente pur di concentrare su di sé interesse, ammirazione e, in ultima battuta, pietà. Allo scopo di suscitare questi sentimenti Signe distrugge scientemente la sua pelle attraverso dosi massicce di un farmaco poco affidabile. Le sue bugie diventano sempre più insostenibili, ma nessuno guarda abbastanza da vicino per rendersi conto della realtà. E lei stessa non fa niente per salvarsi. Sick of myself è uno strano film sui mostri, in cui la creatura rivolge la sua furia su di sé senza capire dove sbaglia. Una satira non raffinatissima ma nel complesso stimolante.
Helen O’Hara, Empire

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Questo articolo è uscito sul numero 1532 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati