Sterling Heights, Michigan, 23 ottobre 2023  (Emily Elconin, Bloomberg/Getty)

“I lavoratori del settore automobilistico sono sul punto di far ottenere al movimento sindacale una delle più importanti vittorie degli ultimi decenni”, scrive il New York Times. Dopo sei settimane di scioperi (nella foto, una protesta davanti a una fabbrica della Stellantis), i rappresentanti della United automobile workers (Uaw) hanno raggiunto un accordo preliminare con i dirigenti delle tre grandi case automobilistiche di Detroit: Stellantis (di cui fa parte la Fiat Chrysler), General Motors e Ford.

“I patti provvisori, che devono ancora essere ratificati dagli iscritti al sindacato, sono stati interpretati anche come un successo per il presidente Joe Biden, che ha messo a rischio il suo capitale politico partecipando al picchetto con gli operai in sciopero in uno stabilimento della General Motors in Michigan a settembre”. I dettagli degli accordi non sono ancora stati resi noti, ma includono un aumento di stipendio del 25 per cento nei prossimi quattro anni e mezzo e strumenti per garantire che il miglioramento salariale non sia assorbito dall’inflazione. Grazie ai nuovi contratti la retribuzione massima dei lavoratori iscritti all’Uaw passerà da 32 a 40 dollari all’ora. Questo consentirebbe ai dipendenti che fanno quaranta ore a settimana di guadagnare circa 84mila dollari all’anno. Gli accordi affrontano anche alcuni timori sul passaggio dalle auto con motore a combustione a quelle elettriche, una questione centrale durante le trattative. “Saranno coperti dai nuovi contratti anche i lavoratori di alcune fabbriche in costruzione in cui si produrranno batterie elettriche”. I rappresentanti delle aziende hanno avvertito che a lungo termine dovranno aumentare i prezzi delle auto per mantenere i profitti. Secondo gli analisti gli aumenti salariali non saranno un peso insostenibile per le case automobilistiche. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1536 di Internazionale, a pagina 33. Compra questo numero | Abbonati