Nella vita di Lucia Wade (la ex moglie sceneggiatrice di un noto regista) entrano ed escono decine di pazzi – il suo regista, il suo poco intelligente produttore che si ciba solo di granola, un grande scrittore e una serie di gentiluomini assortiti: Philip tutto vestito in jeans e “pronto per una relazione seria”, Arnold affascinato dalle celebrità che si butta sotto la doccia subito dopo aver fatto l’amore e il grasso Vincent dagli occhi verdi, che molla Lucia per una donna più grande (lui ha 35 anni, lei 47) e si trasforma da giovane genio del Village in bruto di Hollywood. Eleanor Perry infila spilloni in molte bamboline vudù e la sua descrizione di Vincent ha il sapore della vendetta, ma scrivere come forma di terapia confonde la prospettiva dell’autrice e lascia il lettore con la sensazione poco confortevole che le cose non siano tutte sotto controllo. Ogni uomo che compare nel libro è un subumano e questo potrebbe lasciarci perplessi se non fosse che Eleanor Perry è così divertente da farsi perdonare moltissimo. Pagine azzurre (così si chiamano le pagine rimaneggiate delle sceneggiature, simbolo dello stupro creativo degli studios) è un giro di giostra velocissimo e pungente nella giungla del sessismo e avere Perry tra di noi come romanziera è un autentico piacere.
Mark Rogers, The New York Times

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Questo articolo è uscito sul numero 1556 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati