Colera Secondo le Nazioni Unite dall’inizio del 2024 in Somalia sono stati registrati quasi 4.400 casi di colera, molti più che negli anni precedenti. Le vittime sono state 54, di cui il 60 per cento bambini di meno di cinque anni.

Esplosivi Le vecchie bombe inesplose non diventano meno pericolose con il passare del tempo. “Uno studio sulle granate della seconda guerra mondiale ha dimostrato che uno degli esplosivi di cui sono composte sta diventando più sensibile agli impatti”, scrive New Scientist. Si tratta dell’amatolo, una miscela di tritolo e nitrato d’ammonio sviluppata durante la prima guerra mondiale e ancora in uso. Gli ordigni inesplosi sono un problema che riguarda molte parti del mondo. Oltre a inquinare l’ambiente con il rilascio di sostanze tossiche, le bombe e i proiettili di artiglieria (nella foto) sepolti nel suolo o nei fondali marini rappresentano una minaccia per le persone. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Royal Society Open Science.

Hannibal Hanschke, Reuters/Contrasto

Cicloni Almeno 18 persone sono morte e ventimila hanno dovuto lasciare le loro abitazioni a causa del passaggio del ciclone Gamane in Madagascar.

Terremoti Un sisma di magnitudo 7,4 ha colpito la costa orientale di Taiwan, provocando almeno nove morti e novecento feriti. È il terremoto più forte ad aver colpito l’isola dal 1999. ◆ Una scossa di magnitudo 5,7 è stata registrata al largo della costa occidentale della Grecia.

Inondazioni Il governo del Kazakistan ha ordinato l’evacuazione di circa 16mila persone a causa delle inondazioni più gravi della storia recente del paese.

Caldo Nelle Filippine centinaia di scuole hanno sospeso le lezioni in presenza a causa di un’intensa ondata di caldo.

Polvere Nubi di polvere provenienti dal Sahara hanno raggiunto diverse regioni europee, tra cui l’Italia, la Svizzera, il sud della Francia e la Grecia (nella foto Atene). Secondo uno studio in attesa di pubblicazione la frequenza di questi fenomeni, che un tempo erano comuni solo nei mesi estivi, è aumentata notevolmente negli ultimi anni. I motivi sarebbero legati al cambiamento climatico: la siccità che ha colpito gran parte del Nordafrica, favorendo l’erosione del suolo, e l’alterazione della circolazione atmosferica nel Mediterraneo occidentale, con i venti che soffiano più spesso verso nord dal continente africano.

Louisa Gouliamaki, Reuters/Contrasto

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Questo articolo è uscito sul numero 1557 di Internazionale, a pagina 114. Compra questo numero | Abbonati