◆ L’università di Harvard, negli Stati Uniti, ha fermato il suo programma di sperimentazione sulla geoingegneria solare, che aveva suscitato molte polemiche, scrive la Mit Technology Review. Il test, chiamato Scopex, prevedeva di disperdere carbonato di calcio, acido solforico e altre sostanze nella stratosfera, la parte di atmosfera compresa approssimativamente tra i dieci e i cinquanta chilometri sopra la superficie terrestre. Il materiale avrebbe dovuto essere trasportato in quota da un aerostato, che avrebbe effettuato misurazioni sulla dispersione delle sostanze e sulla riflessione della luce. Questi dati avrebbero potuto essere utili per pianificare le future applicazioni della geoingegneria solare. “Il concetto alla base di questa tecnologia è contrastare il riscaldamento globale spruzzando nell’atmosfera minuscole particelle in grado di riflettere la luce solare”, scrive la Mit Technology Review. La maggior parte degli studi in questo campo è stata svolta con simulazioni in laboratorio o con modelli al computer, ma le sperimentazioni sul campo hanno sempre suscitato forti proteste, a causa della possibilità di pericolosi effetti collaterali come la diminuzione delle precipitazioni e della produzione agricola in alcune parti del mondo. Nel frattempo la National oceanic and atmospheric administration degli Stati Uniti ha cominciato a raccogliere dati di base dalla stratosfera, scrive Nature. L’obiettivo è capire meglio le possibili applicazioni della geoingegneria solare.

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Questo articolo è uscito sul numero 1557 di Internazionale, a pagina 114. Compra questo numero | Abbonati