Un decreto reale pubblicato il 12 maggio ha annunciato la formazione di un nuovo governo, guidato da Ahmad Abdullah al Sabah, nipote dell’emiro del Kuwait e già nominato primo ministro ad aprile. Tre giorni prima l’emiro Mishal al Ahmad al Sabah aveva sciolto il parlamento e sospeso alcuni articoli della costituzione per una durata massima di quattro anni, a causa dei disaccordi tra l’assemblea e l’esecutivo, che ostacolavano l’approvazione delle riforme per diversificare l’economia. Secondo il quotidiano panarabo Al Arab, la decisione dell’emiro “scuote un sistema politico malato”, che sta bloccando il Kuwait da anni: ogni decisione del governo è bocciata dai parlamentari che accusano i ministri di corruzione, mentre i ministri a loro volta accusano i deputati di ostacolare i piani di sviluppo del paese. L’emiro ha assunto alcune competenze del parlamento e ne ha date altre al governo. Inoltre ha fatto sapere che nel prossimo futuro ci sarà una revisione del sistema politico e della costituzione. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1563 di Internazionale, a pagina 26. Compra questo numero | Abbonati