La scrittrice britannica di origine nigeriana Abi Daré prosegue la storia del suo romanzo del 2020 La ladra di parole con un sequel pieno di azione. Adunni è una giovane che vive da Tia, una vicina che l’ha salvata da un trafficante di esseri umani. Dopo tante disavventure sta per cominciare una nuova vita: si è iscritta a scuola grazie a una borsa di studio. Sfortunatamente le cose non vanno come previsto: Mr. Kola, il trafficante, bussa alla porta e le spiega che è accusata di omicidio e deve tornare a Ikati, il suo villaggio di origine, dove sarà giudicata. Per difendere il suo nome Adunni parte e Tia l’accompagna. Il romanzo descrive le successive ventiquattr’ore. Adunni, in attesa di processo, conosce altre ragazze accusate di vari “reati”, per esempio opporre resistenza alle mutilazioni genitali o causare danni al raccolto. Nel frattempo Tia parte alla ricerca di qualche parente maschio di Adunni che possa testimoniare in suo favore. Il romanzo alterna la voce di Adunni, che parla un inglese rudimentale da autodidatta, e quella di Tia, un’attivista ambientale che viene da una famiglia medio-alta e ha studiato nel Regno Unito. Anche lei ha i suoi problemi: la madre morente con cui non parla più e il marito che ha scoperto alcune sue lettere scritte a un amante segreto. Una storia avvincente con un’efficace descrizione dei contrasti tra la Nigeria urbana e quella rurale.
Kirkus Reviews
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Questo articolo è uscito sul numero 1584 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati