Paul Watson, uno dei primi attivisti dell’ong Greenpeace e fondatore della Sea Shepherd conservation society, saprà presto se sarà estradato dalla Danimarca, dov’è detenuto dal luglio 2024 in seguito a un mandato d’arresto dell’Interpol, al Giappone, dove rischia 15 anni di carcere per aver danneggiato una baleniera giapponese in Antartide e per aver ferito un membro dell’equipaggio. Tokyo sostiene di difendere la caccia alla balena come elemento d’importanza storico-culturale e socioeconomica, anche se è un’attività in perdita che resiste solo grazie a lauti finanziamenti statali. In realtà è più plausibile che non ceda su questo fronte per affermare con forza la propria sovranità sulle zone economiche esclusive. Per l’élite politica di un paese insulare come il Giappone, qualsiasi limitazione alle attività nelle acque territoriali è inaccettabile. E le tensioni con la Cina sulle isole contese Senkaku/Diaoyu hanno inasprito la posizione di Tokyo. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1593 di Internazionale, a pagina 34. Compra questo numero | Abbonati