La conduttrice televisiva italiana Giulia Avataneo era felice quando nel 2023 aveva trovato un piccolo appartamento in affitto a un prezzo accessibile, a dieci minuti dal posto di lavoro, in un quartiere vicino al Vaticano. Meno di un anno dopo, però, il proprietario le ha chiesto di lasciare l’abitazione per trasformarla in un alloggio per affitti brevi, in vista dei pellegrini che arriveranno per il giubileo del 2025. Durante questo evento, che comincerà la vigilia di Natale e finirà il 6 gennaio 2026, il Vaticano concederà l’indulgenza plenaria – l’esenzione della pena temporale per i peccati commessi – a chi visiterà alcuni luoghi sacri, tra cui almeno una delle quattro basiliche papali di Roma.
Si prevedono trentadue milioni di pellegrini cattolici, che aumenteranno la pressione su una città dove ci sono ormai pochi alloggi residenziali, visto che molti appartamenti sono stati trasformati in case vacanza, per sfruttare la ripresa del turismo dopo la pandemia. “Tante persone hanno avuto la stessa esperienza”, dice Avataneo a proposito dello sfratto. “È difficile avere un contratto d’affitto a lungo termine a un prezzo accessibile. Tutti affittano per brevi periodi”. In molti temono l’impatto del giubileo su una città dove le infrastrutture e i servizi pubblici, dai trasporti alla raccolta dei rifiuti, sono al limite. “È come ospitare le olimpiadi, ma per un anno”, dice un abitante.
Sfruttare l’occasione
Dopo il primo anno santo indetto da papa Bonifacio VIII nel 1300, i giubilei si celebrarono ogni mezzo secolo, poi dal 1450 ogni venticinque anni, compresi quelli “straordinari” legati a occasioni particolari. “È uno dei modi principali con cui il Vaticano ricorda ai cattolici che gli occhi, la mente o il cuore dovrebbero essere rivolti verso Roma”, afferma Massimo Faggioli, professore di teologia all’università di Villanova, negli Stati Uniti.
Questo giubileo arriva in un momento critico per il Vaticano: le finanze sono ai minimi a causa di un calo delle donazioni e di una cattiva amministrazione. Nonostante lo sforzo di papa Francesco per tagliare i costi, la Santa Sede ha un deficit di bilancio enorme. Anche il fondo pensioni del Vaticano è in crisi. Tuttavia, l’afflusso di pellegrini e la licenza del logo del giubileo per i gadget – che vanno dalle mappe di Roma in legno da appendere al muro all’olio d’oliva “papale” – genereranno nuove entrate. “In questo momento il Vaticano sta esaurendo i soldi. Hanno bisogno di questa ancora di salvezza come mai prima”, spiega Faggioli.
L’amministrazione comunale di Roma corre per preparare la città all’evento. Il governo italiano ha stanziato 4,8 miliardi di euro per opere pubbliche legate al giubileo, compreso un sottopassaggio stradale che era già previsto per quello del 2000. Alcuni dei lavori più ambiziosi sono stati rinviati e dei restanti 322 progetti considerati “essenziali”, ne è stata completata solo una manciata. Anche se molti saranno inaugurati nei prossimi giorni, Roma è in gran parte un enorme cantiere. “Il progetto, partito come un grande piano ambizioso per riqualificare Roma in vista del giubileo, si è ridotto al ‘fattibile’. Un’occasione persa”, dice Angelica Donati, presidente della sezione giovanile dell’Associazione nazionale costruttori edili.
I datori di lavoro sono incoraggiati a proporre lo smart working per alleggerire il traffico. Ma Avataneo, per esempio, deve andare per forza in ufficio e ora vive così lontana da dover prendere l’auto, pagando quasi il doppio rispetto al vecchio affitto. “Il Vaticano dovrebbe fare di più. È a causa sua se la città sta diventando difficile per quasi tutti gli altri”, dice.
Il sindaco Roberto Gualtieri insiste che il giubileo lascerà un’eredità positiva, anche se i progetti saranno terminati dopo l’anno santo. “Roma non sarebbe quella che è oggi senza i giubilei passati”, dice, sottolineando che tanti dei “monumenti, fontane e ponti” più belli sono nati grazie a progetti per il giubileo. L’amministrazione comunale è determinata a sfruttare al meglio l’occasione. “Il giubileo esiste. Non decidi di ospitarlo. Esiste e bisogna farci pace”, dice Gualtieri. ◆ nv
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Questo articolo è uscito sul numero 1593 di Internazionale, a pagina 39. Compra questo numero | Abbonati