Il deputato repubblicano Mike Gallagher, ex ufficiale dei marines, lavora da anni per bloccare TikTok negli Stati Uniti. In parte perché è preoccupato dell’influenza dell’app sugli adolescenti, ma anche perché è convinto che il Partito comunista cinese la usi per indebolire la democrazia statunitense. Per Gallagher TikTok – controllata dall’azienda cinese ByteDance – è un cavallo di Troia usato da Pechino per diffondere propaganda e interferire con le elezioni.

Le prime iniziative contro il social network non avevano prodotto risultati. Donald Trump ha provato a vietare TikTok nel paese, quando era presidente, ma si è scontrato contro una serie di problemi giuridici. Una proposta di legge presentata da Gallagher non ha fatto molta strada. Sei mesi fa la sua crociata sembrava definitivamente fallita. Ma il deputato, che nel 2023 è stato incaricato di guidare una commissione speciale della camera sulla Cina, ha continuato pazientemente a lavorare, collaborando con il democratico Raja Krishnamoorthi e con la Casa Bianca. Il risultato è stato un nuovo disegno di legge più limitato e mirato, che secondo i promotori supererà gli ostacoli legali. La nuova norma costringerebbe TikTok e applicazioni simili controllate da “un avversario straniero” a farsi comprare da altre aziende per non sparire dagli app store statunitensi. A metà marzo il progetto di legge è stato approvato alla camera a larga maggioranza. Il presidente Biden ha detto che firmerà la legge se dovesse avere l’ok definitivo del congresso, ma il passaggio in senato si annuncia incerto.

Chi critica il provvedimento sostiene che la minaccia di vietare l’app solleva una serie di dubbi legati al primo emendamento della costituzione, che garantisce la libertà di opinione e di espressione.

La battaglia contro TikTok potrebbe avere conseguenze da molti punti di vista, dall’impegno politico dei giovani alle relazioni sempre più tese tra Pechino e Washington. Inoltre potrebbe determinare le politiche future sui social network, in particolare sull’influenza che le piattaforme hanno sui giovani, molti dei quali ormai s’informano soprattutto su TikTok. I parlamentari che hanno votato a favore della proposta sostengono di essere consapevoli dei rischi. “La maggior parte di noi trema all’idea di affidare decisioni di questo tipo al governo federale”, ammette il deputato repubblicano Jay Obernolte. “Ma siamo anche preoccupati dalla possibilità che un paese nemico trasformi un’importante fonte di notizie in un’arma, creando enormi pericoli per la nostra società”.

Trump cambia idea

Le voci critiche non mancano, soprattutto al senato, dove il ritmo più lento dei lavori potrebbe dare più tempo ai lobbisti e agli utenti dei social per contrastare la legge. I senatori che si oppongono alla proposta pensano che la camera abbia agito con troppa fretta, che abbia ingiustamente preso di mira solo TikTok ignorando le altre piattaforme, e che non abbia spiegato agli statunitensi – in particolare i cinque milioni di persone che si affidano a TikTok per promuovere la loro attività – le preoccupazioni sulla sicurezza nazionale.

I dirigenti di TikTok, inizialmente spiazzati dal voto della camera, hanno reagito lanciando una grande campagna per affossare la proposta, usando gruppi di pressione che hanno influenza su entrambi i partiti. L’app ha invitato gli utenti a contattare i propri rappresentanti nel congresso, una mossa che ha prodotto un’ondata di telefonate da parte di adolescenti infuriati. Krishnamoorthi ha ammesso che gli uffici del congresso sono stati travolti dalle chiamate, con domande come “cos’è il congresso? Cos’è un parlamentare? Ridatemi il mio TikTok!”.

Le app preferite
Le piattaforme più usate dagli statunitensi secondo un sondaggio condotto nel 2023, percentuale di risposte (Fonte: pew research center)

Di recente Trump ha cambiato posizione sul social cinese. Ha detto che la proposta di legge rafforzerebbe Facebook, che per lui è un “nemico del popolo”. L’inversione di rotta è arrivata subito dopo l’incontro fra Trump e Jeff Yass, miliardario e finanziatore del comitato politico conservatore Pac club for growth. Gli investimenti di Yass in ByteDance, l’azienda che controlla TikTok, ammonterebbero a tre quarti del suo patrimonio.

Tra i politici che hanno lavorato alla proposta alla camera c’è la repubblicana Cathy McMorris Rodgers, presidente della commissione per l’energia e il commercio. Rodgers dice che per molti deputati la svolta è arrivata un anno fa, quando Shou Zi Chew, amministratore delegato di TikTok, ha testimoniato al congresso. In quell’occasione sia i democratici sia i repubblicani, sostiene la deputata, hanno percepito una mancanza di trasparenza e onestà da parte di Zi sui suoi rapporti con l’azienda madre cinese e sul controllo esercitato dal governo di Pechino.

La legge cita in modo esplicito solo TikTok, ma in teoria permetterebbe al governo di bloccare l’attività negli Stati Uniti di qualsiasi app o sito controllati da un paese considerato nemico, come Cina, Iran, Russia o Corea del Nord. La legge imporrebbe a ByteDance di vendere TikTok entro 180 giorni, una prospettiva che ha sollevato alcuni dubbi legati all’antitrust, considerando che i potenziali acquirenti sarebbero gli attuali giganti del settore tecnologico.

Una delle preoccupazioni su TikTok riguarda la quantità di informazioni che accumula (comprese quelle legate al riconoscimento biometrico, ammesso dalla stessa azienda) e il modo in cui potrebbe condividerle. Un dirigente di TikTok ha scritto a Gallagher e Krishnamoorthi sottolineando che per affrontare questo problema la ByteDance ha già speso 1,5 miliardi di dollari, in modo che i dati siano conservati negli Stati Uniti. Il dirigente ha inoltre fatto presente che la cessione di TikTok potrebbe compromettere la sicurezza dei dati degli utenti. ◆ as

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Questo articolo è uscito sul numero 1555 di Internazionale, a pagina 24. Compra questo numero | Abbonati