Il regista italoiracheno Haider Rashid rimase sconvolto quando lesse per la prima volta dei pericoli incontrati dai migranti sulla cosiddetta rotta balcanica. Da quello shock è nato Europa, film che offre uno sguardo sulla vita di un migrante senza nome (interpretato dal britannico Adam Ali) in lotta per la vita nelle ostili foreste della Bulgaria. La storia guarda al passato (il padre di Rashid percorse la rotta balcanica nel 1978, in fuga dall’Iraq), ma anche al futuro, visto che la crisi in Afghanistan spingerà molti altri migranti verso l’occidente. Europa ha la struttura di un thriller ma è estremamente realistico. Infatti è basato su testimonianze dirette o sui resoconti di avvocati e operatori che si occupano di diritti umani.
K.J. Yossman, Variety
Italia 2021, 75’. In sala
Iran 2020, 99’. In sala
Figli del sole è un film sull’evasione da una prigione che non fugge da nessuna parte e una formidabile school comedy andata incredibilmente storta. La recitazione è forse a tratti approssimativa, i meccanismi della trama possono scricchiolare qua e là, ma Figli del sole ha cuore, fegato e un fascino sporco e intelligente. Nel film, dedicato ai “152 milioni di bambini costretti al lavoro minorile”, Roohollah Zamani, 12 anni, interpreta Ali, piccolo boss di una banda di ladruncoli, un minuscolo ingranaggio di una macchina molto più grande. Per un capo senza nome Ali deve recuperare un tesoro sepolto nel cimitero, e l’unico modo per arrivarci è tornare a scuola. Insieme a tre “complici” Ali, che con la sua parte del bottino vuole prendere una casa per la madre, dovrà scavare un tunnel per arrivare al tesoro. Figli del sole va più in profondità di quello che si può immaginare e alla fine è chiaro che il vero tesoro è proprio il film. Xan Brooks,The Guardian
Tra i talenti di Justine Triet c’è quello di dare fin dall’inizio, in modo denso e rapido, anche ricorrendo a trucchi da commedia, uno spessore e un vissuto ai suoi personaggi. Sibyl (Virginie Efira) è una psicanalista con un passato tumultuoso che l’ha spinta verso l’alcol. Ora che è più tranquilla, decide di sospendere il suo lavoro da analista per imbarcarsi nella scrittura di un romanzo. Ma le cose non vanno benissimo. In più una giovane attrice in difficoltà (Adèle Exarchopoulos), con una storia che alla dottoressa suona molto familiare, la supplica di prenderla in cura. Forzando ogni regola etica Sibyl registra le sedute con l’attrice per usarle come materiale per il suo romanzo. Da quel momento in poi la vita di Sibyl comincia a deragliare. Film generoso e sorprendente, Labirinti di donna abbraccia molti temi senza perdersi. Passato, presente, realtà e negazione della realtà, lavoro, famiglia, creazione: tutto è legato e intrecciato in modo intimo. Justine Triet è aiutata nel suo gioco di prestigio da Virginie Efira, capace di mettersi a nudo, di concedersi completamente, con passione, al pubblico, anche più che in Tutti gli uomini di Victoria, film in cui attrice e regista avevano già collaborato. Jacques Morice, Télérama
Questo affascinante documentario ripercorre il fallimento del megalomane progetto concepito da Alejandro Jodorowsky per adattare il best seller di fantascienza di Frank Herbert. Cominciata nel 1975, l’avventura si rivelerà una specie di happening permanente che riunirà una folta schiera di star galvanizzate intorno al regista cileno. A Jodorowsky non mancava la furia creativa per dare corpo al primo colossal di fantascienza dopo 2001: Odissea nello spazio, ma probabilmente non aveva la freddezza tecnica di uno Stanley Kubrick per portare a compimento un’opera complessa come Dune. Nel documentario, del 2013, Jodorowsky, a 84 anni, spiega con intatta convinzione come voleva realizzare il film: un trip da fare senza ricorrere all’lsd che senz’altro avrebbe lasciato il segno. Lunga la lista di attori e personalità che si sono avvicinate al progetto, anche la lista di film (primo tra tutti Alien di Ridley Scott) che ne sono stati influenzati e che Frank Pavich elenca con precisione. Vincent Ostria,Les Inrockuptibles
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