Cultura Schermi
Julie ha un segreto
Tessa Van den Broeck, Laurent Caron
Belgio / Svezia 2024, 97’. In sala
Julie ha un segreto (dr)

In un circolo di tennis in Belgio, un allenatore è sospeso dopo il suicidio di una sua ex allieva. C’è chi dice che la depressione della ragazza sia nata da un comportamento inappropriato dell’allenatore. La direttrice del circolo incoraggia le giovani a parlare, ma Julie rimane in silenzio. L’imputato viene messo da parte, il clima di fiducia viene ripristinato, insegnanti, genitori e compagni di classe sono attenti ma non invadenti: sembra un film da proiettare nelle scuole. Ma in Julie ha un segreto c’è di più. Il debutto di Leonardo Van Dijl è più vicino al cinema della svizzera Ursula Meier, con il senso della cornice nella cornice, il gusto per ciò che delimita e compartimenta. Il campo da tennis coperto richiama chiaramente la camera da letto, un’immagine che dice molto sull’intimità forzata. Da quel momento in poi, tutto il film rende il terreno adatto solo allo sport, senza ambiguità o tradimenti.
Maroussia Dubreuil, Le Monde

April, come she will
Masami Nagasawa
Giappone 2024, 108’. In sala

I grandi studi cinematografici giapponesi sembrano continuare a sfornare inni all’amore puro. April, come she will di Tomokazu Yamada promette di essere meno interessato allo sbocciare dell’amore che a ciò che viene dopo: delusioni, compromessi e tutto il resto. Yayoi (Masami Nagasawa) è una veterinaria che sta preparandosi a sposare Shun, il suo ex psicologo (Takeru Satō). Sembrano la coppia ideale ma, il giorno del compleanno di Yayoi, Shun si sveglia e scopre che è andata via. Forse ha visto una lettera che gli è arrivata da Haru, la sua ragazza del college. Haru scrive dal Salar de Uyuni, in Bolivia, che avrebbe voluto visitare insieme a Uyuni, e ricorda poeticamente l’amore che hanno condiviso. Il film ricorda Socrates in love di Isao Yukisada (2004), pellicola strappalacrime su un uomo alla ricerca della sua fidanzata scomparsa mentre ricorda il suo primo amore. Non era un capolavoro, ma meglio di questo. Yamada, regista di spot pubblicitari e video musicali al suo debutto nel lungometraggio, evoca alcune immagini suggestive ma non riesce a mantenere un’atmosfera emotiva coerente.
James Hadfield, The Japan Times

La fossa delle Marianne
Luna Wedler, Edgar Selge
Lussemburgo, Italia, Austria 2025, 87’. In sala
La fossa delle Marianne (dr)

È vero che quando viaggi ti senti particolarmente legato ad altre persone? All’improvviso hai cominciato ad andare d’accordo con qualcuno che, a prima vista, è completamente diverso da te? Se credi al cinema, la risposta non può che essere sì. Il genere del road movie ha sempre celebrato lo scontro tra personalità opposte che si avvicinano lungo il cammino e insieme intraprendono un percorso verso intuizioni rivoluzionarie. Anche il film La fossa delle Marianne, basato sull’omonimo romanzo di Jasmin Schreiber (Alphabeta 2024), segue questo schema. Con la svizzera Luna Wedler e l’attore tedesco Edgar Selge, la regista esordiente Eileen Byrne ha a disposizione due attori di prim’ordine. Non è certo colpa loro se questo adattamento è un processo accidentato e a volte insignificante.
Christopher Diekhaus, Kino Zeit

Guida pratica per insegnanti
Vincent Lacoste, François Cluzet, Adèle Exarchopoulos
Francia 2023, 101’. In sala

Ecco un nuovo capitolo della lunga filmografia sull’insegnamento. C’è solo una novità: sostituendo il camice bianco con uno grigio, Thomas Lilti non intende esaminare un’istituzione affetta da depressione e insegnanti che soffrono di burn-out. Il suo esame clinico e benevolo è senza pregiudizi: attraverso il personaggio di Benjamin (Vincent Lacoste), giovane supplente di matematica, vuole mostrare, in una scuola media della regione parigina né facile né difficile, la vita quotidiana di chi ha il compito di convertire gli studenti al francese, all’inglese o alla storia. A volte si hanno dubbi, si commettono errori, si è soggetti alla stanchezza, ma è sempre la passione di trasmettere che prevale. Una professione in cui gli insegnanti sembrano cugini degli operatori sociosanitari.
Jérôme Garcin, Le Nouvel Obs

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1611 - 24 aprile 2025
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