Provenienti dallo stesso paese degli Abba e di Avicii, i Viagra Boys pubblicano il loro quarto album. Muovendosi tra punk e generi affini si sono ritagliati uno spazio unico grazie a testi stravaganti e talvolta politicizzati, sempre cantati con un sorriso ironico. Il nuovo album si allontana dalla vena politica del precedente Cave world, che prendeva di mira i complottisti contro i vaccini e gli incel da tastiera. Per lo più viagr aboys evita i riferimenti diretti all’attualità, preferendo esplorare temi di paranoia, come mostrano in Best in show pt.IV e Waterboy. Prendere in giro i terrapiattisti è divertente e questo cambio di rotta è positivo: viagr aboys riesce a esplorare liberamente qualunque scenario assurdo immaginato dal frontman Sebastian Murphy. Un momento memorabile è The bog body, in cui Murphy cerca di convincere la fidanzata che la sua ammirazione per un corpo neolitico conservato in una palude è puramente archeologica, e non di altro tipo. Musicalmente, l’album salta tra diversi stili. Nonostante questa varietà, il gruppo mantiene saldo il suo cuore punk, grazie all’interpretazione ruvida e aggressiva di Murphy. viagr aboys è un ritorno alla forma migliore della band, che mette in luce i suoi punti di forza. Anche se mancano pezzi immediatamente orecchiabili come il vecchio successo Sports, l’album offre un’esperienza d’ascolto strana, coinvolgente e piena di personalità.
Oscar Lund, The Skinny

Le platee del novecento erano spesso divise in clan e fazioni basati sui generi. Ma nella sua grande varietà musicale, il ventunesimo secolo sembra aver abbandonato tutto questo più rapidamente di un dazio di Trump. Pochi artisti incarnano l’ampiezza totale della musica senza generi come Moor Mother. I suoi album da solista sono ricchi e inventivi, ma sono le sue collaborazioni eclettiche a svelare davvero le sue intenzioni. Ha inciso dischi con il rapper indipendente billy woods e si è immersa nel dub industriale con The Bug e Justin Broadrick come Zonal. Ha realizzato alcuni dei migliori lavori di free jazz con gli Irreversible Entanglements, mentre il progetto 700 Bliss con DJ Haram fonde elementi hyperpop ed elettronica sfuggente. Era naturale che il suo nuovo sodalizio fosse con il collettivo post-metal Sumac. In The film ci sono momenti incisivi. Le chitarre suonano come allarmi antincendio in Scene 2: the run, che poi vira sullo sludge metal, mentre Camera esplode tra batteria sfrenata e amplificatori alla Sunn O))). Non si tratta di sonorizzare un film immaginario: la realtà stessa sembra essere il soggetto. Come la fantascienza parla sempre del presente, anche questa colonna sonora riflette il nostro mondo più di una storia inventata. E cosa meglio rappresenta il 2025 se non la maestosa e disperata traccia finale di The film? Moor Mother prega che le maree si ritirino mentre la band scava nel cuore del pianeta in una corsa contro il tempo. La visione finale è quella di un’umanità che osserva la Terra da lontano, sognando una rinascita.
J. Buckland, The Quietus

Il nuovo album di Maria Somerville è un’esperienza affascinante che unisce una tranquillità bucolica alla complessità emotiva. Nella sua sensualità, suona unitario anche se è difficile definirlo: va verso territori misteriosi su cui aleggia un velo di magia. Ascoltandolo, è evidente quanta attenzione ci sia nella scelta di ogni nota; sono passati sei anni da All my people e sembra che da allora la musicista irlandese abbia avuto bisogno di ogni ora per creare un’opera così speciale. Radicato nei paesaggi rurali del Connemara, Luster ha anche una certa modernità. Se gli elementi più trascinanti ci portano in una dimensione senza tempo, Somerville non vuole legarsi a nessuna tradizione. L’artista è riuscita a costruire un suo mondo in cui prende vita un ciclo di canzoni criptiche, che fanno del disco una delle uscite più significative del 2025.
Robin Murray, Clash
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