Al di là di quello che si può pensare di Mel Gibson, non si può negare che sappia mettere in scena dei film spettacolari. Flight risk, la sua prima regia da dieci anni a questa parte, lo vede ridimensionato come portata e ambizione. Il film su un’agente (Dockery) incaricata di scortare un prigioniero durante un volo sopra l’Alaska è Gibson in modalità b-movie. Pensate a una versione low cost di Con air, dove tutto, dal pasto a bordo alla caratura delle star, è ridotto all’essenziale. Tutto tranne l’interpretazione smisurata di Mark Wahlberg nei panni del pilota sornione. Un film sciocco ma molto divertente. Wendi Ide, The Observer
Stati Uniti 2024, 91’. In sala

Regno Unito / Stati Uniti / Germania / Francia 2024, 119’.
Imperfetto e chiassoso, Bird è un’avventura sociale con ottimi interpreti in cui si scontrano tragedia e commedia, realtà e fantasia. Bug è al settimo cielo per l’imminente matrimonio e per la sua idea di diventare ricco con un rospo allucinogeno importato dal Colorado. Ma la figlia dodicenne avuta da una precedente relazione non è altrettanto allegra. L’arrivo di Bird, un eccentrico ragazzo tedesco, cambierà tutto. Bird fa pensare a Kes di Ken Loach: non è chiaro se sia fatto apposta o se Loach sia così introiettato nel nostro immaginario da saltare fuori senza che ce ne accorgiamo.
__**Peter Bradshaw,** **The Guardian**
Stati Uniti 2025, 85’. In sala
Marvin (Ke Huy Quan) è un agente immobiliare gentile, felice di vendere case prefabbricate in anonimi complessi residenziali suburbani. Quando, in un fatidico giorno di san Valentino, si presenta la deliziosa Rose (DeBose), per cui lui aveva una cotta, Marvin capisce che il suo passato di killer, accuratamente seppellito, sta per saltargli addosso. I due protagonisti cercano di tenere a bada la trama debole e la regia brutale, ma alla fine cedono di fronte a scene di azione davvero deludenti. L’ex stuntman, diventato regista, Jonathan Eusebio ha costruito il film su una sceneggiatura vecchia e scaduta. Di buono c’è che dura poco.
Elizabeth Weitzman, Time Out
Francia 2024, 91’. In sala
Il film prende spunto da un fatto realmente accaduto poco dopo il 2000. Alex (Lutz), che lavora in una casa d’aste internazionale, riceve una lettera che sostiene l’esistenza di un quadro di Egon Schiele a Mulhouse, cittadina francese ai confini con la Germania. Insieme all’ex moglie Bertina (Drucker) va alla ricerca del quadro per autenticarlo e, sbalorditi, i due riconoscono I girasoli, una cupa variazione dell’artista austriaco della celebre opera di Van Gogh, sottratta dai nazisti a una famiglia ebrea di collezionisti d’arte. Il quadro rubato è convincente mostrando nel dettaglio il funzionamento, i meccanismi e le ramificazioni del mercato dell’arte, più o meno sommerso. Ottimamente orchestrati e credibili anche i personaggi che animano la vicenda.
Mathieu Macheret, Le Monde
Stati Uniti 2025, 95’. In sala

L’esordio di Isaiah Saxon è un’opera di nostalgia dei film per ragazzi (come La storia infinita o E.T.), elaborata e molto efficace. Gli ochi sono un incrocio tra le scimmie arboricole e Yoda e vivono isolate nei boschi, lontane dalla civiltà. Gli abitanti di Carpathia li temono e li cacciano. Maxim (Dafoe) addestra i ragazzi a trovarli e ucciderli, ma non permette alla figlia adolescente Yuri di unirsi a loro. Arrabbiata e delusa, Yuri una notte trova un cucciolo di ochi che sembra smarrito e ferito. Decide di riportare la creatura a casa e parte per una grande avventura, con Maxim sulle sue tracce. La trama è leggera (sappiamo sempre cosa succederà), ma offre paesaggi vividi avvolti nella nebbia, grotte meravigliose, un mondo che sembra sospeso nel tempo tra il passato più o meno recente e soprattutto la poesia dei classici anni ottanta.
Alissa Wilkinson, The New York Times
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