Toby Fleishman, un epatologo sulla quarantina, sta attraversando un durissimo divorzio per volontà della moglie Rachel, che gli ha lasciato i due figli ed è svanita durante un ritiro di yoga. La narratrice, che espone simpateticamente il punto di vista di Toby, è la sua amica del college Libby, ex redattrice di una rivista per uomini che ora è una mamma casalinga che vive nel New Jersey. In un primo momento, Libby è una presenza sfuggente, ma a metà del libro sembra svegliarsi da una trance. Quando è stata l’ultima volta che Toby ha ascoltato uno dei suoi problemi, si chiede? Questa asimmetria lancia Libby in una meditazione sulla carriera che ha trascorso studiando gli uomini. Il romanzo d’esordio di Taffy Brodesser-Akner ha qualcosa di Updike, di Franzen, di Tom Wolfe e soprattutto di Roth, la cui eco si ritrova nella lussuria di Toby, nella sua ebraicità e nella sua nevrosi. Pur alludendo al fatto che non ne possiamo più di un certo tipo di protagonista maschile, Brodesser-Akner non sta semplicemente buttando il suo eroe giù dal trono. Forse sta organizzando una missione di salvataggio.
Katy Waldman,The New Yorker
Silber organizza il suo nuovo romanzo come una serie di storie interconnesse, cosa che consente ai vari personaggi di abitare pienamente le proprie narrazioni e di dare spazio alle vite che s’intersecano o corrono parallele alla loro. Il romanzo è diviso in tre parti. La prima è narrata in prima persona da Reyna, il cui fidanzato, Boyd, sta scontando una pena a Rikers Island. Questa informazione ci è data, la prima volta, come dettaglio tangenziale nel capitolo di apertura che riguarda principalmente la zia di Reyna, Kiki, che da giovane viveva in Turchia con il marito, Osman. Appena pensiamo di aver capito la tecnica narrativa, che ci porta nella vita di Reyna attraverso le sue relazioni, comincia la seconda parte, fatta di storie in terza persona che sembrano spostarsi sempre più lontano da Reyna. Poi, con uno strattone narrativo, torniamo al mondo di Reyna, e da lì alla sezione finale del romanzo – che è, ancora una volta, la narrazione di Reyna. Ma ora lei e il suo mondo ci appaiono in modo diverso, perché siamo passati attraverso tutte le altre storie che intersecano la sua, sia letteralmente sia tematicamente. Un romanzo di grande ricchezza, saggezza e immensa piacevolezza. Silber ci mostra quanto siamo vicini all’abisso, ma si dedica anche alla gioia, in particolare la gioia che proviene dalle relazioni intime. A un certo punto del romanzo un personaggio si trasforma ricevendo una notevole quantità di denaro da una fonte anonima. Non sono solo i soldi in sé, ma la convinzione che provengano da un ex fidanzato a sollevarla dal suo abisso. “Guarda cosa ha fatto l’amore, anche se non l’ha fatto”, osserva Reyna, che conosce la verità sui fatti. La sua frase, perfetto bilanciamento di celebrazione e ironia, cattura gran parte del fascino di Tutte le conseguenze. Kamila Shamsie, The New York Times
Juliet e Michael Partlow sono da mesi in un viaggio programmato di un anno nel mar dei Caraibi con la figlia di sette anni e il figlio di due. È stato il porto sicuro dei sobborghi del Connecticut a rivelare ai Partlow le linee di frattura del loro matrimonio. Juliet è una studiosa di lettere incline alla depressione (alquanto minacciosamente, la sua materia di specializzazione è la casalinga-poeta Anne Sexton, suicida a 45 anni). Michael è un uomo d’affari maniaco del lavoro con tendenze libertarie. La vita domestica ha ampliato i loro disaccordi filosofici e politici, trasformandoli in infelici cliché: il marito prepotente, la moglie lamentosa. L’avventura in barca a vela è il loro tentativo di invertire la rotta. Sappiamo dall’inizio della narrazione di Juliet che il viaggio è finito male e Michael è assente, anche se non sappiamo perché. I suoi ricordi si alternano a pagine del diario di Michael. Nei momenti migliori, La sposa del mare raggiunge un delizioso equilibrio tra il reale e il metaforico. Sam Sacks, The Wall Street Journal
Il volo dello storno, il secondo romanzo di Rowan Hisayo Buchanan, esplora la relazione tra depressione e amore. Può l’amore salvarci dal nostro io più infelice? È qualcosa che possiamo chiedere a un’altra persona? E come dobbiamo chiederlo? Mina è una giovane classicista e professoressa associata a New York: “Bisessuale, vegetariana e sotto farmaci”. Sta lavorando a un libro sulle donne sopravvissute nei miti e nelle leggende, un ovvio parallelo alle sue stesse lotte per la sopravvivenza. All’inizio Mina è in piedi sul ponte George Washington, cercando di imporsi di saltare. Un agente di polizia arriva in tempo, e il suo rispettoso marito Oscar viene a recuperarla. Decidono quindi di lasciare New York per un po’. Il padre giapponese di Oscar, che importa sakè e birra negli Stati Uniti, possiede alcuni appartamenti a Londra che devono essere sistemati e gli ha chiesto di sovrintendere alla ristrutturazione. Rimasta sola a Londra, Mina si avvicina molto a Phoebe, sorella di un vecchio amico di Oscar. Siamo invitati a leggere il libro attraverso una lente femminista anche se i problemi di Mina non derivano dal patriarcato. Il problema del romanzo è che la vita interiore di Mina è abbastanza banale. Per i lettori alla ricerca di una storia di lotta e sopravvivenza, il libro offre consolazione. Per chi è in cerca di piaceri letterari, Il volo dello storno potrebbe essere deludente. Molly McCloskey, The Guardian
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