C’è un momento in Caroline 2 in cui i Caroline si spaccano letteralmente a metà: Coldplay cover è stata registrata in due stanze separate, e in ognuna si suonava una canzone diversa. Il fatto che il brano risulti comunque unitario e abbia un forte impatto emotivo dimostra quanto i loro autori siano bravi. Il debutto del 2022 della band britannica era fantastico ma era l’opera di otto musicisti talentuosi, mentre questo disco è un’opera fantastica di gruppo. Certo, ogni musicista ha il suo spazio e ogni canzone ci cattura con uno strumento diverso, ma c’è di più. La forza del disco è nella sua natura collettiva, nello stile di brani scritti da tanti musicisti – in Tell me I never knew that è ospite anche la collega Caroline Polachek – ma che suonano comunque coesi. È come se ognuno di loro sapesse esattamente quale dev’essere lo stato d’animo da raggiungere. Il risultato è di una bellezza assoluta, cinematografica, inaspettata e potente, anche nei momenti di quiete.
Lucy Harbron, Far Out


Qualunque cosa ci si aspettasse da Alan Sparhawk – chitarrista, cantante e autore noto per le sue escursioni elettriche sperimentali nel duo Low –, un disco punteggiato dal banjo, ricco di armonie corali e atmosfere bluegrass non era in cima alla lista delle possibilità. Eppure With Trampled by Turtles, pur con le sue radici acustiche e tradizionali, rappresenta un ritorno ispirato e più accessibile per Sparhawk. Guardando indietro, il precedente White roses, my God era un grido di dolore, nato dal trauma della perdita di Mimi Parker, compagna di vita e nei Low. Le trame elettroniche dure e astratte di quel disco erano un’espressione necessaria, ma anche alienante: brani semimprovvisati, voce trasformata digitalmente al punto da risultare irriconoscibile. Al contrario With Trampled by Turtles vibra di emozioni autentiche. Brani come Screaming song evocano il momento della perdita. Don’t take your light è una supplica a non perdere il legame con chi se n’è andato. Heaven, ripresa da White roses, ora pulsa di un desiderio profondo. Il disco è nato quasi per caso, quando Sparhawk ha raggiunto i Trampled by Turtles in studio in Minnesota alle fine del 2023: in un giorno hanno registrato nove brani. Il risultato, grezzo ma coeso, ricorda le prime registrazioni di Neil Young e Crazy Horse. Culmine assoluto è Not broken, guidata dal violoncello e cantata insieme alla figlia di Sparhawk, Hollis: un duetto delicato e potente, che richiama i Low ma apre a nuove direzioni. Sparhawk non è mai sembrato così vulnerabile e sincero.
Janne Oinonen, The Line of Best Fit
Se si prendesse questo disco di trascrizioni di Bach e lo si filtrasse per farlo suonare come i 78 giri degli anni trenta e quaranta si potrebbe scambiare Alexandre Tharaud per Edwin Fischer. È un pianismo bachiano vecchia scuola, del tipo che il critico Harris Goldsmith chiamava Bachmaninov. Tharaud rielabora il coro iniziale della Passione secondo Giovanni in un grandioso stile gotico alla Busoni, con abbondanti dosi di pedale e voci che si librano in primo piano. Ascoltate anche il sensuale Siciliano dalla suite per flauto e clavicembalo bwv 2031 e il suo contrasto con il classicismo di Wilhelm Kempff, autore della trascrizione. Mille articolazioni incantevoli caratterizzano la suite bwv 818a. Nella celebre Aria sulla terza corda dalla terza Suite per orchestra, gli ornamenti fantasiosi e l’oscillazione della dinamica sono ben lontani dalla costante gravità che normalmente ci aspettiamo dalla partitura originale per archi. Allo stesso modo, Tharaud gioca con il ritmo della Fantasia bwv 906, eppure la sua stuzzicante leggerezza di tocco dimostra quanto l’inautenticità possa essere divertente. E le sue modifiche all’Ave Maria di Bach/Gounod sono di un pessimo gusto bellissimo.
Jed Distler, ClassicsToday
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