Cultura Schermi
Notizie dal mondo
Tom Hanks, Helena Zengel
Stati Uniti / Cina 2021, 118’. Netflix
Notizie dal mondo (dr)

Il fatto che Notizie dal mondo (tratto dal romanzo di Paulette Jiles) sia il primo western con Tom Hanks la dice lunga sulle sorti del più americano dei generi cinematografici. Finora l’attore l’aveva incontrato solo di striscio, dando la voce allo sceriffo Woody di Toy story. L’ottimo western di Paul Green-grass rimedia a questa lacuna con un certo stile. Nel 1870 il capitano Jefferson Kidd (Hanks), un veterano che ha combattuto la guerra civile dalla parte dei perdenti, si aggira per il Texas portandosi appresso i suoi traumi. Viaggia di città in città leggendo i giornali alla gente. È un’occupazione non banale: Kidd non porta la pistola, ma qualcosa di altrettanto potente come le notizie. Hanks, perfetto, infonde dolore e umanità in questo vagabondo stanco del mondo. Ma divide la luce dei riflettori con la dodicenne tedesca Helena Zengel, che si era già rivelata in System crasher. Zengel interpreta Johanna, una bambina rapita e cresciuta dalla tribù dei kiowa e trovata sola in un bosco. Kidd, riluttante, è incaricato dalle autorità di scortare la bambina dagli zii, attraverso paesaggi meravigliosi in cui la violenza è una minaccia costante. Greengrass cita un’inquadratura di Sentieri selvaggi, quella classica di John Wayne incorniciato dalla porta aperta. Ma in questo caso a essere incorniciati sono entrambi i protagonisti: Notizie dal mondo parla infatti del rapporto tra due persone traumatizzate che trovano un silenzioso conforto nello stare insieme. Phil De Semlyen, Time Out

Wonder Woman 1984
Gal Gadot, Chris Pine, Kristen Wiig, Pedro Pascal
Stati Uniti / Regno Unito / Spagna 2020, 151’. A noleggio
Wonder Woman 1984 (dr)

Dopo aver conquistato il botteghino nel 2017, le possibilità per Wonder Woman, alias Diana, sembravano infinite. Il personaggio interpretato da Gal Gadot aveva spazzato via i cliché del genere, dominando la scena, potente e affascinante. Il primo capitolo si svolgeva durante la grande guerra, perciò per il secondo era facile pensare a un’ambientazione di respiro più ampio. Il 1984 nel titolo del sequel faceva sperare in una trama da tarda guerra fredda o almeno in un’atmosfera orwelliana. Invece si è rivelato più che altro una scusa per rispolverare pettinature, abbigliamento e accessori degli anni ottanta. Patty Jenkins dirige il secondo capitolo ma senza la sicurezza che aveva dimostrato nel primo. Colpa anche di una sceneggiatura poco interessante, imbottita di battute goffe, cliché narrativi e discutibili posizioni politiche. Elementi “familiari” (che non guastano in questo genere di film) come un reperto archeologico magico, un cattivo che vuole dominare il mondo (Pedro Pascal, decisamente male utilizzato) e una secchiona scialba che si trasforma in una nemesi sexy (Kristen Wiig, che prova a farci divertire) sono assemblati quasi a casaccio. Chris Pine torna nei panni dello sfortunato innamorato di Diana e ci mette il cuore, ma non abbastanza da rendere convincenti le motivazioni della protagonista. Insomma sembra chiaro che Wonder Woman sia tornata in azione solo per motivi di cassetta. Quando nel 2017 la principessa amazzone ha salvato il mondo il suo orizzonte era sconfinato. Non potevamo immaginare che sarebbe finita a combattere in un centro commerciale. Manohla Dargis, The New York Times

A perfectly normal family
Mikkel Boe Følsgaard, Kaya Toft Loholt, Jessica Dinnage
Danimarca 2020, 93’. Mubi

Malou Reymann debutta con un dramma sincero basato sulla storia della transizione di suo padre. La regista danese ha scelto il punto di vista di Emma, una bambina di undici anni. Una scelta che contribuisce a rendere il suo film molto delicato, anche se risulta un po’ troppo lieve dal punto di vista drammatico. È ambientato negli anni novanta, il che spiega la reazione sconcertata di Emma e della sorella quando i genitori Helle e Thomas gli annunciano che divorzieranno perché Thomas (interpretato dall’attore cisgender Mikkel Boe Følsgaard) vuole diventare donna. In particolare Emma reagisce male e si rifiuta di vedere il padre per mesi. Quando si rivedranno sarà già Agnete e se la regista è molto attenta a descrivere la rabbia di Emma, è altrettanto capace di trasmetterci la gioia radiosa di Agnete finalmente in grado di vivere come vuole. Notevole la giovane Kaya Toft Loholt, così naturale e convincente nei panni di Emma. Peter Bradshaw, The Guardian

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1396 - 12 febbraio 2021
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