Cultura Schermi
Shayda
Zahra Amir Ebrahimi, Osamah Sami
Australia 2023, 117’. In sala
Shayda (dr)

Il primo film di fiction della documentarista iraniana-australiana Noora Niasari è un ottimo veicolo per il talento incendiario di Zahra Amir Ebrahimi, protagonista dell’acclamato Holy spider. Quel thriller parlava di misoginia, complicità omicida e follia a Teheran. Pure Shayda, anche se è ambientato a Melbourne, si scaglia provocatoriamente contro la mascolinità tossica iraniana. Ebrahimi interpreta Shayda, una madre traumatizzata che non vuole arrendersi e vive con la figlia Mona (Selina Zahednia) in un rifugio per donne, nascondendosi dalle grinfie del marito Hossein (Osamah Sami), studente di medicina violento e irascibile. Eppure il comportamento dell’uomo è difeso, non solo dalle tradizioni del suo paese di origine, ma anche dalla madre di Shayda che la giudica “irrazionale” per voler sfuggire a un marito religioso che presto potrà permettersi una grande casa a Teheran. Cosa sarà mai un po’ di violenza domestica? Niasari trasforma l’atmosfera iniziale quasi documentaristica in qualcosa di più simile al thriller. La minaccia costituita da Hossein è sempre più onnipresente e inquietante. Ma è Ebrahimi, con la sua intensità d’acciaio, a tenere insieme il film. Shayda è prodotto, tra gli altri, da Cate Blanchett.
Kevin Maher, The Times

Jurassic world. Rinascita
Scarlett Johansson, Jonathan Bailey
Stati Uniti 2025, 135’. In sala

Un milione di anni fa, nel 1993, Jurassic park di Steven Spielberg scatenò due minacce sul pianeta. La prima, ovviamente, erano i dinosauri che mettevano in guardia gli aspiranti ingegneri genetici dal giocare a fare dio. Ben più sconvolgente fu l’esplosione degli effetti speciali creati al computer, usati impropriamente in quasi ogni modo immaginabile da quella prima stupefacente mandria di maestosi brontosauri virtuali. I sequel di quel film sono stati tra le peggiori delusioni. E così il settimo capitolo della saga da sei miliardi di dollari prova a resettare tutto, fa piazza pulita dei tanti personaggi dei film precedenti e consente allo sceneggiatore David Koepp (già autore degli adattamenti dei primi due Jurassic) di ripristinare l’elemento che all’inizio aveva funzionato. Va bene provocare le emozioni da “film di mostri”, ma bisogna sapere quando dare priorità ai personaggi umani rispetto alle minacce immaginarie. E allora ecco un cast tutto nuovo che passa da una sequenza ben realizzata all’altra con l’efficienza della Hollywood vecchia scuola. Un losco boss di Big Pharma (Rupert Friend) non bada a spese pur di reclutare una spericolata veterinaria (Johansson) e un pragmatico paleontologo (Bailey) per una missione suicida in mezzo ai dinosauri. Johansson segna un notevole passo avanti rispetto a Bryce Dallas Howard: Zora è un personaggio forte che non ha nessun bisogno di diventare l’interesse amoroso di qualcuno.
Peter Debruge, Variety

Cose che accadono sulla Terra
Italia / Germania 2024, 83’. In sala
Cose che accadono sulla Terra (dr)

Si entra senza far rumore nella storia di Francesca e Giulio, due cowboy italiani seguiti per due anni da Michele Cinque per il suo documentario. Questa giovane coppia ha deciso d’importare i beefmaster, una razza bovina nordamericana capace di resistere al caldo estremo e alla siccità del sud del Texas, per allevarli in libertà sui monti della Tolfa, una zona selvaggia non così lontana da Roma. Ma l’impresa di Francesca e Giulio ha molto poco di italiano. Tutto di loro parla dell’America: i vestiti, le selle, la tv di casa perennemente sintonizzata sui canali statunitensi che trasmettono rodei. Scopriamo la loro storia nelle conversazioni tra Francesca e la figlia, filo conduttore del documentario. Sono felici e soddisfatti, nonostante le avversità. La loro mandria è minacciata dai lupi, arrivati dall’Abruzzo negli anni cinquanta. “Ne mancano novanta all’appello”, dice cupo Giulio a fine estate, al momento del censimento annuale. Ma non sono solo i lupi a ostacolare il sogno della coppia. Il loro modo di allevare il bestiame è il futuro, cosa che non convince lo spietato dirigente di banca che replica seccamente: “Le emissioni di Co2 sono un argomento per intellettuali. Qui si tratta di vendere bistecche”.
Anne Branbergen, De Groene Amsterdammer

Altro da questo numero
1622 - 11 luglio 2025
Abbonati a Internazionale per leggere l’articolo.
Gli abbonati hanno accesso a tutti gli articoli, i video e i reportage pubblicati sul sito.