Cultura Schermi
One night in Miami
Kingsley Ben-Adir, Eli Goree, Aldis Hodge, Leslie Odom Jr
Stati Uniti 2020, 114’. Prime Video
One night in Miami (dr)

Il 25 febbraio del 1964, a Miami, Cassius Clay (ancora non era diventato Muhammad Ali) si laurea campione del mondo dei pesi massimi battendo Sonny Liston. Ma il celebre incontro non è al centro del primo lungometraggio di Regina King. Il film racconta quello che succede dopo, quando Clay si ritrova con tre amici che hanno assistito all’incontro. Il piccolo party si trasforma in una specie di seminario sulla fama, l’azione politica e gli obblighi delle celebrità nere in un momento molto delicato. L’incontro avviene nella camera d’albergo di Malcolm X che Cassius Clay considera una guida spirituale. L’attivista e predicatore vuole prendere le distanze dalla Nation of Islam e Clay potrebbe rivelarsi per lui un utile sostegno. A loro si uniscono il giocatore di football Jim Brown e la star del soul Sam Cooke. Ognuno di loro è in un momento decisivo della sua vita. Tra i piaceri di One night in Miami c’è il modo in cui permette di immaginare gli aspetti privati della vita di personaggi pubblici, di esplorare aspetti della loro personalità nascosti o cancellati dalla loro facciata. Che poi è uno dei pregi dell’opera teatrale di Kemp Powers da cui è tratto il film: la storia non è fatta da icone, ma da esseri umani. Per la loro fama devono pagare un prezzo e la clausola del razzismo fa sempre parte del contratto. In One night in Miami non si fanno grandi proclami su razzismo, politica, sport o musica. C’è un gruppo di ragazzi che chiacchierano. Però la sostanza delle loro chiacchiere è molto interessante e ha una potente eco nel nostro presente. A.O. Scott, The New York Times

Ballo ballo
Ingrid García-Jonsson, Verónica Echegui, Fernando Guallar
Spagna / Italia 2020, 116’. Prime Video

Ballo ballo non è un film con Raffaella Carrà, non è un film su Raffaella Carrà, ma ha molto a che fare con Raffaella Carrà. Personaggi e situazioni sono introdotti o sottolineati dalle canzoni di Carrà e il film è capace di dispensare simpatia e semplicità come ha fatto Carrà in tante sue trasmissioni. Il film comincia a Roma, città che l’ha vista nascere artisticamente, mostra una sensualità insolita per l’epoca in cui è ambientato (degli anni settanta per niente cupi o politicizzati) e racconta la storia di una ballerina, proprio com’era Raffaella Carrà. Nacho Álvarez fa ricorso a un umorismo un po’ ingenuo com’era quello della tv anni settanta e affronta lo scontro tra censura e modernità con l’ottimismo che è sempre stato un tratto distintivo di Carrà. Il film non è pienamente riuscito, ma è impossibile odiarlo, così com’era impossibile odiare Raffaella Carrà. Francisco J. Tejeda White, Movimentarios

Freaky
Vince Vaughn, Kathryn Newton
Stati Uniti 2020, 102’. A noleggio
Freaky (dr)

A ben guardare c’è sempre stato un po’ di ragazzina in Vince Vaughn che, nonostante sia alto più di un metro e novanta, è perfettamente capace di scoppiare in una risatina o di saltare sulla sedia come un’adolescente spaventata. È proprio per questo che Freaky, funziona così bene. Vaughn interpreta un serial killer chiamato semplicemente Butcher nel cui corpo entra l’ansiosa liceale Millie, interpretata da Kathryn Newton. Anche Newton se la cava bene nei panni di una ragazzina posseduta da un killer psicopatico che prende di mira i bulli della scuola uno dopo l’altro. Freaky segna un nuovo capitolo nel genere del body-swap, mescolando i suoi cliché con i canoni dell’horror adolescenziale e dei film più moderni film scolastici. E ci dà l’occasione per gettare uno sguardo “maturo” su un genere che anche nei suoi esempi più illuminati (per esempio Ho sposato un fantasma dove Lily Tomlin s’impossessa del corpo di Steve Martin, o per certi versi Face/Off in cui Nicholas Cage e John Travolta si scambiano i ruoli) è sempre stato materiale che un po’ ci vergognamo a trovare piacevole. Già il titolo allude a Freaky friday, capostipite del genere, che ha generato ben quattro rifacimenti. Se nel film originale del 1976 c’era una giovane Jodie Foster, probabilmente il migliore è il remake del 2004, con Jamie Lee Curtis e Lindsay Lohan. Era un po’ che il genere non veniva rispolverato, a parte qualche piccola eccezione. Ora Freaky spinge il body swap in nuovi territori e speriamo che segni la strada per nuovi film altrettanto divertenti. Sara Stewart, New York Post

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1393 - 22 gennaio 2021
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