Cultura Schermi
Lezioni di persiano
Nahuel Pérez Biscayart, Lars Eidinger
Russia / Germania / Bielorussia 2020, 127’. #Iorestoinsala
Lezioni di persiano (dr)

Venuto casualmente in possesso di un libro di poesie in persiano, un prigioniero ebreo si finge iraniano per sfuggire alla fucilazione e si trova costretto a insegnare il farsi, una lingua che non conosce, a un ufficiale nazista. Lezioni di persiano del regista ucraino, trapiantato in Canada, Vadim Perelman (La casa di ombre e nebbia) è ispirato a una storia vera e si basa sul racconto di Wolfgang Kohl-haase. Ambientato nel pieno dell’olocausto e meticolosamente rifinito, il film offre una prospettiva insolita su temi molto frequentati. Esplora la memoria, la linguistica e la trasmissione del sapere sullo sfondo di un campo di transito, dove per sfuggire alla morte sicura, un prigioniero deve inventarsi una lingua e soprattutto ricordarsela molto meglio dello studente a cui la insegna. Eppure il punto di forza di Lezioni di persiano non è necessariamente la storia, ma i suoi protagonisti, un prigioniero e il suo aguzzino (interpretati in modo estremamente convincente da Nahuel Pérez Biscayart e Lars Eidinger), e l’evolversi del loro rapporto. Al di là di alcune stranezze (per esempio, il professore che insegna solo il vocabolario e mai la grammatica e la sintassi), regia e sceneggiatura riescono quasi miracolosamente a evitare che il film risulti troppo tea-trale e Perelman, saggiamente, rimane sempre molto vicino al suo protagonista.
Boyd van Hoeij,The Hollywood Reporter

Family romance, Llc
Ishii Yuichi
Stati Uniti 2019, 89’. iwonderfull.it

Ishii Yuichi è il vero proprietario dell’azienda giapponese che dà il titolo al film di Werner Herzog. Yuichi e i suoi soci vestono i panni di chiunque su richiesta dei loro clienti. In un mondo in cui ci rivolgiamo sempre più spesso alla tecnologia per soddisfare i nostri desideri, c’è ancora bisogno del tocco umano, anche se dev’essere in qualche modo simulato. All’inizio del film vediamo Yuichi ben vestito che aspetta in una piazza e dopo aver individuato un’adolescente dall’aria cupa le si avvicina e le dice: “Ho capito subito che eri tu”. In questo caso Yuichi “interpreta” il padre che la ragazza non ha mai conosciuto. Già questo è abbastanza sorprendente e inquietante. Ma poi la sceneggiatura che costituisce il filo conduttore di questo ibrido tra finzione e documentario si complica ulteriormente, e l’iniziale sensazione di raccapriccio è sostituita gradualmente da un certo fascino empatico. Si capisce la scelta di Herzog, che stavolta è voluto rimanere fuori scena. Glenn Kenny, The New York Times

La straordinaria vita di David Copperfield
Dev Patel, Tilda Swinton, Hugh Laurie
Regno Unito / Stati Uniti 2019, 119’. Miocinema.it

L’adattamento estremamente piacevole e a momenti geniale fatto da Armando Iannucci del classico di Charles Dickens batte sull’umanità e l’ottimismo dell’autore britannico a scapito forse degli aspetti più cupi del romanzo. Mancano all’appello il triste destino dell’amore di Copperfield, Dora, e molte battute famose. Ma Iannucci e Simon Blackwell, che ha sceneggiato il film insieme al regista, si sono impegnati in modo abile e spensierato a piegare un po’ l’interpretazione per enfatizzare la ricerca di Copperfield, più che della felicità, dell’identità e in particolare dell’identità di scrittore. Mi sono ritrovato a pensare a un commento di George Orwell su Dickens: “Il lupo è fuori della porta, ma scodinzola”. Peter Bradshaw, The Guardian

Swallow
Haley Bennett, Elizabeth Marvel
Stati Uniti / Francia 2019, 94’. A noleggio
Swallow (dr)

Il notevole film di Carlo Mirabella-Davis parla di un caso di picacismo, disturbo psicologico che spinge a ingoiare sostanze non commestibili tipo terra, legno, carta o altro. Può essere scatenato dallo stress o da una gravidanza. E la protagonista Hunter (Haley Bennett), che vive in una splendida casa quasi sempre sola, mentre il marito è al lavoro, è incinta. Swallow non è un body horror alla Cronenberg ma un film sugli orrori a cui si può sottoporre il proprio corpo, soprattutto se si vuole mantenere l’immagine di perfezione che gli altri si aspettano da noi. Ma Hunter non è sull’orlo di una crisi di nervi. Semmai è pronta per fuggire dalla gabbia che le hanno costruito intorno. Alison Willmore, Vulture

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1392 - 15 gennaio 2021
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