Cultura Schermi
La grazia
Toni Servillo, Anna Ferzetti
Italia 2025, 131’.
La grazia (Andrea Pirrello)

Paolo Sorrentino ha riscoperto la sua voce, il suo umorismo disincantato, il suo talento per le scene surreali e sensazionali. La grazia è una commedia che indossa la malinconia come un abito ben confezionato e che riporta il regista ai misteriosi tableaux del potere del Divo e della Grande bellezza. Servillo interpreta Mariano De Santis, presidente della repubblica italiana, prossimo alla fine del mandato. Giurista, vedovo, è assistito dalla figlia Dorotea (Ferzetti), esasperata dalla riluttanza del padre a prendere decisioni, che sia l’approvazione di una proposta di legge sull’eutanasia o la concessione della grazia a due detenuti. Un film elegante, raffinato, riflessivo ed enigmatico.
Peter Bradshaw, The Guardian

Jay Kelly
George Clooney, Adam Sandler, Laura Dern, Jim Broadbent
Stati Uniti 2025, 132’.
Jay Kelly (Netflix)

Interpretando un personaggio almeno in parte ispirato a se stesso, Clooney offre una delle sue migliori interpretazioni. Jay è un divo di Hollywood viziato e narcisista, così votato alla sua carriera da non accorgersi del disastro emotivo che lascia dietro di sé. Per riconnettersi emotivamente con la figlia decide di seguirla in Italia, con la scusa di ritirare un premio, accompagnato dal sempre paziente manager (Sandler). La sceneggiatura di Baumbach ed Emily Mortimer bilancia battute e osservazioni acute sull’ansia per lo status, sulla vacuità della cultura della celebrità e sulla fragilità dei legami familiari. Clooney rimane fedele alla consolidata immagine del bell’uomo della porta accanto. Ma se interpreta l’ennesima versione di sé, stavolta lo fa in modo crudo e rivelatore. E così un film che all’inizio sembra insopportabilmente compiaciuto, alla fine riesce a emozionare profondamente.
Geoffrey Macnab, The Independent

À pied d’œuvre
Bastien Bouillon
Francia 2025, 92’.

Al giorno d’oggi, chi vuole scrivere deve prepararsi a fare la fame. Questa è l’idea – e il tabù infranto con delicatezza – dietro a un film semplice ma fiero, adattamento del romanzo autobiografico di Franck Courtès, uscito nel 2023. Franck (Bouillon) è un fotografo che ha lasciato una carriera di successo per dedicarsi alla scrittura. Riesce a pubblicare dei libri, ma l’apparente successo ha un prezzo: la precarietà sociale. Tenendosi la libertà di scrivere al mattino, nel resto della giornata Franck si dedica a piccoli lavoretti sottopagati (giardiniere, traslocatore, riparatore, autista). Il suo tenore di vita è sempre più misero, ma lui non si lamenta, è in pace nel piccolo mondo in cui si è rintanato. E forse è proprio questo che offende maggiormente le persone intorno a lui (l’ex moglie, il padre, un amico). C’è una sorta di grandezza nella piccolezza di questo personaggio. Un film estremamente sobrio e commovente.
Jacques Morice, Télérama

No other choice
Lee Byung-hun
Corea del Sud 2025, 139’.

Di solito nei film di Park Chan-wook i criminali sono brillanti, subdoli e machiavellici. Non è così Man-su, l’adorabile protagonista di No other choice. Dirigente in una cartiera, licenziato di punto in bianco, ricorre a misure sempre più disperate per assicurarsi un nuovo lavoro. Si capisce molto presto che non è adatto a scatenare una furia violenta. La regia di Park è elegante e il film bilancia la tensione psicologica con spunti comici vertiginosi.
Wendy Ide, Screen International

Orphan
Bojtorján Barabas
Ungheria / Regno Unito / Germania / Francia 2025, 132’.

Nella caotica Ungheria del dopoguerra il dodicenne Andor cresce nel mito del padre, presumibilmente morto nei campi di sterminio, nonostante i tentativi della madre di far aprire gli occhi al ragazzo. Invece alla loro porta si presenta un corpulento macellaio che sostiene di essere il padre di Andor, gettandolo in una crisi esistenziale: una catastrofe personale ed etnica, visto che il macellaio non è ebreo. Orphan è un film neorealista (sembra influenzato da Germania anno zero), sofisticato e, come i precedenti film di Nemes, tecnicamente superiore alla norma.
Adam Solomons, IndieWire

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1630 - 5 settembre 2025
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