Marino Neri, lo abbiamo scritto altre volte, è tra gli autori più interessanti del fumetto italiano e non solo. Anche in questo nuovo magnifico romanzo a fumetti riesce a creare singole immagini che nella loro essenzialità rimandano a un secondo racconto, a volte sono perfino evocative di potenziali storie d’avventura. Presto però si scivola in un thriller quasi horror, teatrale ma che tende all’astrazione. L’ambientazione è in un vago Norditalia, in una provincia arricchita facilmente eppure mai felice, cupa, come intrisa di un livore sotterraneo che la divora, la consuma, in una palude perenne, stagnante, fatto salvo per il piccolo evento imprevedibile. Il celebre battito d’ali di una farfalla capace di provocare un uragano. La farfalla è un ragazzo che per via di un guasto al bus sul quale viaggiava percorre a piedi il tragitto fino al suo hotel. Ma un incontro fortuito, in un luogo al chiuso dove trova rifugio durante una tempesta, mette a dura prova la sua delicata bellezza. La tempesta, fondato su antinomie – giovani e adulti, sole e temporale, luce e buio, luogo aperto e luogo chiuso – racconta, come dice la nota editoriale, una perdita d’innocenza. Con una scorrevolezza narrativa e con un senso delle atmosfere da maestro, grazie al segno impressionistico che tuttavia risulta chiaro anche nei chiaroscuri, l’autore racconta un romanzo di formazione ma alla rovescia, speculare al mondo di oggi. Distrutto dal machismo.

Francesco Boille

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Questo articolo è uscito sul numero 1455 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati