L’aggettivo “grasso” applicato alla descrizione di un corpo dovrebbe semplicemente descriverlo, così come fanno altri aggettivi come “atletico” o “basso”. Ma sulla parola “grasso” le persone tendono a riversare con aggressività il proprio bagaglio culturale fatto di pregiudizi, convinzioni infondate e paure ataviche. A farne le spese sono le persone che hanno quel tipo di corpo, che si vedono negare servizi a cui avrebbero diritto, sono costrette a pagare dei beni con prezzo maggiorato o, aspetto decisamente più grave, ricevono diagnosi errate, superficiali o deleterie stilate sulla base di un pregiudizio medico che ormai anche la comunità scientifica ha cominciato a mettere in discussione. Aubrey Gordon è l’autrice del podcast Maintenance phase, che da anni contribuisce a fare informazione e critica rispetto alla cultura performativa del dimagrimento e del benessere legato al peso. Si è unita a Helen Zaltzman per due episodi scritti a quattro mani di The Allusionist, un pod­cast che parla di parole. Da persone con un corpo che subisce quotidianamente discriminazioni, le autrici affrontano le origini dell’abuso dell’aggettivo “grasso” attribuito ai corpi delle persone, insieme a tutti gli eufemismi, segnalati dagli ascoltatori, che vengono usati come sostituti ma che finiscono per rendere ancora più ridicole o gravi le conseguenze.

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Questo articolo è uscito sul numero 1520 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati