Ian Urbina è un giornalista investigativo del New York Times. Un giorno ha ricevuto un video da una sua fonte che lavora all’Interpol, con un messaggio allegato che dice “fatti forza”. Il video è stato trovato su un cellulare dimenticato sul retro di un taxi alle isole Fiji: si vede un piccolo peschereccio malconcio con alcune persone a bordo. Tra queste un uomo con le mani alzate in segno di resa, circondato da colpi d’arma da fuoco che lo mancano, colpendo l’acqua che si fa sempre più rosso sangue. Si sentono delle voci che, in quattro lingue diverse, incitano a sparargli, fino a quando un colpo non lo colpisce in pieno e lui cade, su un cumulo di altri cadaveri. Da questi pochi minuti di video parte l’inchiesta che il giornalista condurrà nel mondo della pesca in alto mare e che porterà, otto anni dopo, alla condanna del comandante della nave che ha ordinato il massacro di quel gruppo di pescatori. Gli oceani sono, come dice lo stesso autore, l’ultima nuova frontiera, uno spazio non governabile dove le attività criminali prosperano indisturbate. Il pod­cast ricalca le tappe del libro best seller Oceani fuorilegge, pubblicato in Italia da Mondadori, ma nel formato audio la formula funziona solo in parte: si ha la sensazione che ci sia troppo materiale condensato in pochi episodi e si vorrebbero avere più informazioni sulle varie inchieste del giornalista.

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Questo articolo è uscito sul numero 1533 di Internazionale, a pagina 92. Compra questo numero | Abbonati