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Intanto nel mondo

Lima, Perù, 8 dicembre 2022. Poliziotti davanti alla divisione per le investigazioni speciali dove è detenuto il presidente Pedro Castillo. (Lucas Aguayo Araos, Dpa/Ansa)

Stati Uniti-Russia
L’8 dicembre Washington e Mosca hanno proceduto a uno scambio di prigionieri tra la giocatrice di basket Brittney Griner e il trafficante d’armi Viktor Bout. La statunitense Griner, 32 anni, era stata condannata quest’anno a nove anni di prigione in Russia per possesso di droga. Il russo Bout, 55 anni, stava scontando dal 2008 una condanna a venticinque anni di prigione negli Stati Uniti.

Stati Uniti
Il congresso ha approvato l’8 dicembre una legge che protegge il matrimonio omosessuale a livello federale. Alla camera dei rappresentanti hanno votato a favore anche trentanove deputati repubblicani. La legge non impone ai singoli stati d’introdurre i matrimoni tra persone dello stesso sesso, ma rende obbligatorio il loro riconoscimento. Il matrimonio omosessuale è garantito dalla corte suprema dal 2015, ma si temono passi indietro.

Perù
L’8 dicembre la corte suprema ha ordinato sette giorni di detenzione provvisoria per l’ex presidente di sinistra Pedro Castillo, destituito dal parlamento dopo un tentativo di colpo di stato. Castillo è accusato di aver cercato di sciogliere il parlamento e di governare tramite decreti per bloccare una procedura di destituzione. La carica di presidente è stata assunta dalla vicepresidente Dina Boluarte, un’avvocata di 60 anni.

Unione europea
L’8 dicembre gli stati membri hanno approvato l’adesione della Croazia allo spazio Schengen, un’area in cui è garantita la libera circolazione delle persone, a partire dal 1 gennaio 2023. È stata invece bocciata l’adesione della Romania e della Bulgaria a causa del veto austriaco, mentre i Paesi Bassi hanno messo il veto solo a Sofia. Vienna temeva che l’adesione della Romania e della Bulgaria avrebbe portato a un aumento dei migranti.

Iran
Per la prima volta un uomo coinvolto nel movimento di protesta in corso nel paese è stato messo a morte l’8 dicembre. Mohsen Shekari, 23 anni, era stato riconosciuto colpevole di aver bloccato una strada e di aver ferito un paramilitare il 25 settembre, nella prima fase delle proteste causate dalla morte di Mahsa Amini. Secondo l’ong Iran human rights, almeno 458 persone sono morte finora nella repressione.

Israele-Palestina
L’8 dicembre l’esercito israeliano ha ucciso tre miliziani palestinesi nel corso di un raid nel campo profughi di Jenin, nel nord della Cisgiordania. Poche ore dopo i soldati israeliani hanno aperto il fuoco contro alcuni palestinesi che lanciavano pietre contro le automobili su una strada a nordovest di Ramallah. Secondo le autorità palestinesi, è rimasto ucciso un ragazzo di 16 anni, Diaa Erhimi.

Repubblica Democratica del Congo
Secondo un’inchiesta preliminare delle Nazioni Unite, resa pubblica l’8 dicembre, i ribelli dell’M23 hanno ucciso a sangue freddo almeno 131 civili e commesso stupri e saccheggi il 29 e il 30 novembre nei villaggi di Kishishe e Bambo, nella provincia orientale del Nord Kivu. Gli inquirenti hanno stabilito che almeno ventidue donne e cinque bambine sono state stuprate.

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