05 maggio 2015 09:02

Lo scrutinio si annuncia tanto incerto quanto decisivo, sia per il Regno Unito sia per l’Europa intera. L’esito delle elezioni è estremamente dubbio perché, a due giorni dal voto, i sondaggi continuano a prospettare un pareggio tra i due grandi partiti britannici (quello conservatore e quello laburista) al punto tale che nessuno dei due dovrebbe raggiungere la maggioranza indispensabile per governare. E, indipendentemente dal risultato, sarà probabilmente necessario formare una coalizione che al momento è difficile da prevedere.

Il Regno Unito continua a interrogarsi e non sa chi vincerà alle urne. I britannici potrebbero essere vicini a scrivere una nuova pagina della loro storia politica abbandonando un bipartitismo che è ancora in salute in altri paesi europei, e non sono i soli a domandarsi quali saranno le conseguenze di questo voto.

Tutte le capitali europee sono in attesa, soprattutto perché il primo ministro uscente David Cameron si è solennemente impegnato a organizzare entro due anni un referendum sull’adesione del suo paese all’Unione. Se il 7 maggio Cameron sarà nella posizione di continuare a governare, questo referendum dovrebbe effettivamente avere luogo e il suo esito potrebbe determinare un’uscita del Regno Unito dall’Europa, anche perché i britannici non sono mai stati conquistati dall’unità europea (a cui preferiscono il mare aperto) e oggi lo sono ancora meno a causa dell’impopolarità crescente dell’Unione.

Se i britannici abbandonassero il progetto europeo offrirebbero agli altri cittadini europei la possibilità di avanzare più rapidamente verso l’unità dell’Europa, ma allo stesso tempo priverebbero l’Unione di una componente essenziale, e, quanto meno nell’immediato, ridurrebbero il peso del vecchio continente sulla scena internazionale dal punto di vista economico, militare e politico. Comunque vada sarebbe una grande sfida per l’Unione, che però non sembra nelle condizioni di raccoglierla.

Se invece dovesse vincere il candidato laburista Ed Miliband, difficilmente potrebbe formare un governo contando unicamente sull’appoggio del partito liberal-democratico. Uno scenario di questo tipo non è da escludere a priori, ma è molto più probabile che i laburisti dovranno appoggiarsi agli indipendentisti scozzesi dell’Snp, che non concederebbero il loro appoggio al governo senza ottenere in cambio concessioni concrete sullo status della Scozia. In questo caso il Regno Unito non uscirebbe dall’Unione, ma in discussione finirebbe la sua stessa unità, e per riflesso quella di altri paesi europei dove è in atto una spinta regionale indipendentista e autonomista.

I sondaggi potrebbero sbagliarsi, e magari un improvviso cambiamento di opinione potrebbe alterare l’equilibrio prima del voto. Ma se i risultati confermeranno le previsioni, possiamo stare certi che queste elezioni passeranno alla storia.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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