22 luglio 2010 00:00

OjodePez cambia formula, ma lo spirito ancorato a saldi princìpi resta lo stesso.

Questo bimestrale, apparso quattro anni fa grazie all’infaticabile Frank Kalero (che ora è in India per dar vita a un altro periodico, Punctum, dedicato ai fotografi asiatici), è uno spazio di pubblicazione di fotografie documentarie, sempre meno presenti nella stampa.

OjodePez ha una grafica sobria, testi di varia natura, dal giornalistico al poetico e in ogni numero c’è un direttore ospite che sceglie le fotografie da pubblicare. La prima parte è nuova ed è dedicata a fotografi giovani (in questo caso quelli che sono emersi in PhotoEspaña).

Un’altra novità è il Point of view, con un fotografo che ne promuove un altro: in questo numero Jordi Bernardo, l’autore catalano di panoramiche che sono terrificanti riflessioni sulle assurdità del mondo (da vedere il suo Welcome to Espain), ci introduce al lavoro di Taj Forer che mette a confronto l’uomo e la natura.

Il direttore del numero 21 è Lars Willumeit, che è stato responsabile dell’edizione tedesca di Géo. Le sue scelte riflettono impegno, intelligenza, curiosità e rigore. Specialmente d’estate i periodici cedono all’idea di “leggerezza”. Willumeit allora ha scelto come focus le ideologie: Philippe Dudouit, Thomas van Houtryve, Andri Pol, Yann Mingard, Zed Nelson e Karim Ben Khelifa spaziano dalla Corea del Nord al Kashmir per evocare senza pathos un mondo dilaniato.

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