06 giugno 2014 16:38

Il gay pride a Roma, il 15 giugno 2013. (Max Rossi, Reuters/Contrasto)

Era il 1994 quando il gay pride raggiunse per la prima volta Roma. Sabato 7 giugno, vent’anni dopo, le strade della capitale si riempiranno di nuovo di donne e uomini che chiedono il riconoscimento dei diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, queer e intersessuali (Lgbtqi). Lo slogan scelto è: “Ci vediamo fuori”.

Il pride è la conclusione di

una settimana di dibattiti ed eventi che si sono svolti al Circolo degli artisti, a Roma, nei quali si è discusso delle discriminazioni della comunità Lgbtqi nel mondo e della sua rappresentazione nell’ambito lavorativo, in tv e nella famiglia. La manifestazione, a cui quest’anno dovrebbe partecipare anche il sindaco Ignazio Marino, è il momento in cui ricordare che nel mondo 2,7 miliardi di persone vivono in paesi in cui essere omosessuali è un crimine.

Ecco un’infografica interattiva del Guardian che racconta la situazione dei Lgbtqi a livello di sessuali, discriminazioni sul posto di lavoro, matrimonio, adozione, reato di omofobia. Per capire quali sono i paesi in cui è meglio o peggio essere gay.

(The Guardian)

Stefania Mascetti lavora a Internazionale. Su Twitter: @smasc

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