I commenti di El Pais, Le Monde diplomatique e The International Herald Tribune.
La seconda parte dell’intervento dello studioso Thomas Fleiner sull’informazione e la guerra e in Bosnia.
Vent’anni dopo il colpo di Stato, il generale Pinochet torna di moda. Molti intellettuali vogliono fare della dittatura cilena un modello di transizione per i paesi dell’Est. La denuncia del settimanale Apsi.
Dopo il controverso intervento delle Nazioni Unite e il fallimento di un primo accordo di pace, le fazioni in lotta hanno trovato una nuova intesa. Ma questo accordo, “raggiunto in maniera affrettata, presenta molte delle debolezze intrinseche che caratterizzavano il precedente. In più resta aperto il problema del Somaliland”, sostiene il mensile New African.
Il governo di Alma-Ata discrimina i numerosi gruppi russofoni. Normali frizioni o l’inizio di una nuova crisi?
In America convivono 3.700 gruppi religiosi. La loro sopravvivenza dipende dalla conquista di nuovi fedeli, con strategie che spesso ricordano quelle del marketing.
Dagli Stati Uniti dubbi e interrogativi sul massacro.
Vaste riserve petrolifere e popolazione scars: sono la caratteristiche della regione meridionale dell’Hadhramaut.
Lo scrittore statunitense Alvin Toffler parla dei cambiamenti del continente asiatico e dei loro effetti a livello internazionale.
“Abbiamo imparato che il ruolo dell’Onu nel contribuire alla pace in altri paesi non è efficace quando c’è una guerra civile”.
Un corrispondente tedesco cerca di opporsi al luogo comune secondo cui in Italia la gente è rumorosa. Ma poco a poco è costretto a cambiare idea. E, come Goethe, torna in Germania: “Dove su tutte le cime regna la pace”.
Il 9 e il 12 giugno tutti i cittadini dei paesi membri dell’Unione voteranno per eleggere il nuovo Parlamento. El País descrive il clima e la situazione politica dalla Germania al Lussemburgo. L’Europa vista attraverso i cambi e le monete, International Herald Tribune. Il rompicapo delle lingue europee, Le Monde diplomatique.
I difficili rapporti tra potere centrale e poteri locali. I pericoli dell’inflazione, della disoccupazione e dell’instabilità sociale.
Uno dei leader dei serbi di Sarajevo scrive contro il “fascismo” di Karadzic e dei dirigenti serbobosniaci, per una Bosnia multietnica.
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