Il fiume Esequibo, Guyana, 24 settembre 2022. (Patrick Fort, Afp)

La Guyana sta considerando la possibilità di creare basi militari nella regione ricca di petrolio dell’Esequibo, rivendicata dal Venezuela, ha annunciato il 23 novembre il vicepresidente Bharrat Jagdeo, prima di una visita nel paese di due delegazioni del dipartimento della difesa statunitense.

“In una situazione normale non avremmo motivo di creare basi militari, ma dobbiamo proteggere i nostri interessi”, ha dichiarato Jagdeo durante una conferenza stampa.

Le tensioni tra il piccolo paese sudamericano e il Venezuela si stanno aggravando a pochi gorni da un referendum indetto da Caracas per annettere l’Esequibo, previsto il 3 dicembre.

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L’Esequibo, attualmente amministrato dalla Guyana, ha una superficie di 160mila chilometri quadrati, che corrispondono a due terzi del territorio del paese.

La Guyana, un’ex colonia olandese e britannica, afferma che il confine con il Venezuela è stato fissato in via definitiva da un tribunale arbitrale nel 1899.

Ma il Venezuela sostiene che il fiume Esequibo, nella parte est della regione, costituisca il confine naturale tra i due paesi fin dal 1777.

La disputa si è intensificata dopo che nel 2015 l’azienda petrolifera statunitense ExxonMobil ha scoperto alcuni giacimenti di petrolio al largo delle coste della regione.

A settembre il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha accusato il suo collega della Guyana, Irfaan Ali, di “aver trasformato il paese in una filiale della ExxonMobil”.

Concessione della nazionalità venezuelana

Il referendum organizzato dal Venezuela prevede il rifiuto della sentenza del tribunale arbitrale del 1899 e la concessione della nazionalità venezuelana agli abitanti dell’Esequibo.

“Vogliamo la pace sia interna sia esterna, ma dobbiamo prepararci a qualsiasi eventualità”, ha dichiarato Jagdeo, sottolineando che la Guyana ha accordi di cooperazione militare con vari paesi.

“La prossima settimana la Guyana ospiterà due delegazioni del dipartimento della difesa statunitense, prima di una visita di alto livello”, ha aggiunto.

Jagdeo ha confermato che la Guyana è disponibile a sottoporre la controversia alla Corte internazionale di giustizia (Cig), di cui però il Venezuela contesta la giurisdizione.