16 marzo 2015 18:22

“Quello che cerco sopra ogni cosa è comporre un’immagine così come faccio con la pittura. I volumi, le linee, le ombre e la luce devono obbedire alla mia volontà. E questo riesco a ottenerlo attraverso una composizione molto rigorosa, dal momento che non pretendo di spiegare il mondo né i miei pensieri”, dichiara Florence Henri (1893-1982).

Henri è stata un’artista conosciuta soprattutto per la sua pittura, prima di diventare un punto di riferimento nell’ambiente della fotografia d’avanguardia, tra gli anni venti e l’inizio degli anni quaranta del novecento.

Nel 1919 frequenta l’accademia di belle arti di Berlino dove incontra lo scrittore e storico Carl Einstein e diversi artisti, tra cui Adrian Ludwig Richter e László Moholy-Nagy; e continua poi i suoi studi alla Bauhaus di Weimar al fianco di maestri come Paul Klee e Wassily Kandinsky.

Al suo arrivo a Parigi, alla metà degli anni venti, decide di abbandonare la pittura per dedicarsi completamente alla fotografia, realizzando i suoi famosi autoritratti allo specchio e compiendo i suoi primi passi nella ricerca sulla composizione, che proseguirà durante tutta la sua carriera. Nel 1929 apre un suo studio e comincia a insegnare fotografia; tra le allieve ci sono Lisette Model e Gisèle Freund.

“Con le immagini di Florence Henri, la fotografia esplora un linguaggio impensabile fino a quel momento. La composizione precisa ed esatta e la sua ricerca sulla luce sono visibili nelle fotografie astratte, ma anche in quelle che ritraggono soggetti concreti”, commenta il fotografo e pittore ungherese László Moholy-Nagy.

Il museo Jeu de Paume, a Parigi, ospita fino al 17 maggio 2015 una vasta selezione della produzione fotografica di Henri, realizzata tra il 1927 e il 1940, che comprende gli autoritratti, le composizioni astratte, i fotomontaggi, le immagini di street phography scattate a Roma, a Parigi e in Bretagna, e i ritratti dei suoi amici artisti tra cui Fernand Léger e Sonia Delaunay.

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