19 gennaio 2016 17:46

Lucien Clergue (1934-2014) non ha ancora vent’anni quando incontra Pablo Picasso, a cui mostra le foto che ha scattato durante una corrida ad Arles, nel 1953. Il pittore spagnolo offre al ragazzo di occuparsi delle copertine di alcune sue pubblicazioni e gli presenta Jean Cocteau, scrittore e regista francese.

Nato nel 1934 ad Arles, nel sud della Francia, Clergue proviene da una famiglia di piccoli commercianti. Nel 1949 impara da autodidatta le basi della tecnica fotografica. Dall’incontro con Picasso nasce una lunga amicizia che è raccontata nel libro Picasso mon ami, scritto dallo stesso Clergue. Il suo lavoro è lanciato a livello internazionale nel 1961 con una mostra al Moma di New York. Mosso dall’entusiasmo per la promozione del lavoro degli altri colleghi, nel 1970 Clergue fonda il festival Les rencontres d’Arles insieme allo scrittore Michel Tournier e allo storico Jean-Maurice Rouquette. Il festival è ancora oggi un momento di incontro fondamentale per i fotografi di tutto il mondo.

Dopo la morte di Clergue, il 15 novembre del 2014, sono venuti alla luce molti scatti risalenti ai suoi primi anni di attività e che già evidenziano l’essenza del suo stile concettuale, in cui sono racchiuse l’intensità e la poetica macabra che hanno tanto affascinato artisti come Picasso e Cocteau.

La mostra Les premiers albums, organizzata dal Grand Palais di Parigi (fino al 15 febbraio 2016) prende in esame queste prime opere, ancora lontane dai nudi che lo renderanno famoso tra gli anni sessanta e settanta. Qui vediamo carcasse in decomposizione, rovine, bambini circensi, i gitani, le corride e un primo approccio al nudo femminile. Immagini che portano lo spettatore a una nuova visione, radicale, dell’opera del fotografo.

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