Il governo pachistano fatica a contenere la rabbia della popolazione per i prezzi dell’energia elettrica, che hanno raggiunto livelli insostenibili. Il 2 settembre in molte città i negozi sono rimasti chiusi per protesta e decine di migliaia di persone hanno sfilato per le strade bruciando le bollette. Le proteste sono cominciate la terza settimana di agosto, quando i pachistani hanno ricevuto le bollette di luglio. Normalmente la spesa per l’elettricità ammonta al 15-20 per cento di quella totale delle famiglie, ma quest’estate è arrivata anche al 200 per cento, scrive Nikkei Asia. Gli impegni presi con il Fondo monetario internazionale limitano il margine di manovra del governo ad interim, che si prepara a una nuova ondata di malcontento. È molto probabile, infatti, che le elezioni previste per novembre saranno rimandate. La situazione non fa che alimentare la popolarità dell’ex primo ministro Imran Khan, in carcere per corruzione. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1528 di Internazionale, a pagina 28. Compra questo numero | Abbonati