Dopo quasi sessant’anni di ricerche, gli scienziati sono riusciti in un’impresa che sembrava impossibile: il mondo ora ha ben due vaccini contro la malaria. Che siano necessari è sicuro. La malaria è ancora una delle malattie infettive più letali al mondo: provoca ogni anno mezzo milione di morti, soprattutto bambini sotto i cinque anni. La complessità della sfida ha fatto sì che l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sia arrivata ad approvare un vaccino (l’Rts,s) solo due anni fa. Ora ne ha approvato un altro. L’R21 è più facile ed economico da produrre, e usato insieme ad altri strumenti, come le zanzariere trattate con insetticida, salverà molte vite. Servono però quattro dosi perché abbia effetto: un problema non da poco quando i fattori che facilitano la diffusione della malaria (povertà, carenza di infrastrutture, servizi sanitari scadenti e insicurezza) sono gli stessi che rendono difficile somministrare il vaccino.

La malaria è scomparsa dall’Europa occidentale negli anni trenta e dal 2000 è stata eliminata da altri ventuno paesi. Ma l’ambizioso obiettivo fissato nel 2015 – ridurre i contagi e i decessi del 90 per cento entro il 2030 – oggi sembra irraggiungibile. I casi sono aumentati negli ultimi anni, passando da 232 milioni nel 2019 a 247 milioni nel 2021. Le cause sono molte: le interruzioni dei servizi di prevenzione e cura durante la pandemia, il riscaldamento globale, la resistenza delle zanzare agli insetticidi e dei parassiti ai farmaci. C’è anche il problema della carenza di fondi: secondo l’Oms, l’anno scorso è stata raccolta metà dei 7,3 miliardi di dollari necessari.

Il nuovo vaccino non è una panacea. Ma in un momento in cui la lotta contro questa infezione sembrava infruttuosa, è un progresso importante e promettente. Gli scienziati sono impegnati su vari fronti. La ricerca dovrà sviluppare vaccini che offrono una protezione migliore o più prolungata. L’assegnazione del premio Nobel per la medicina a Katalin Karikó e Drew Weissman, che con il loro lavoro hanno reso possibile il vaccino a mRna contro il covid-19, mostra lo straordinario potenziale offerto da questa tecnologia. Nella lotta contro la malaria ci saranno altre battute d’arresto. Ci saranno però anche successi, e quando arriveranno bisognerà riconoscerli e celebrarli. ◆ gim

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Questo articolo è uscito sul numero 1532 di Internazionale, a pagina 19. Compra questo numero | Abbonati