Il settimino di Beethoven vede il compositore rivisitare nel 1799-1800 le forme classiche della serenata e del divertimento. Il successo di questo lavoro generò molti emuli, tra cui Franz Berwald (1796-1868), che ne compose uno nel 1818-1820. Il musicista svedese era ammirato da Liszt e Berlioz ma respinto in patria, dov’era considerato un pericoloso progressista. Qui dimostra una tendenza al rigore formale, nella tradizione di Haydn. Le due partiture hanno in comune una solida economia nella distribuzione dei temi, ma anche linee vive e piene di energia. Riuniti sotto il nome Wigmore Soloists, il clarinettista Michael Collins, il fagottista Robin O’Neill, il cornista Alberto Menéndez Escribano, la violinista Isabelle van Keulen, la violista Rachel Roberts, il violoncellista Adrian Brendel e il contrabbassista Tim Gibbs ci offrono delle interpretazioni che uniscono semplicità e ricchezza del suono, brio ritmico, sorrisi maliziosi e senso drammatico. Un ottima novità nella discografia di queste due opere.
Pascal Brissaud, Diapason

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Questo articolo è uscito sul numero 1538 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati