◆ Nella grande barriera corallina, sulla costa orientale dell’Australia, è in corso un altro episodio di sbiancamento dovuto al riscaldamento delle acque dell’oceano Pacifico, che negli ultimi mesi hanno raggiunto temperature da record a causa del cambiamento climatico e degli effetti del Niño. Lunga oltre 2.300 chilometri, larga da 60 a 250 chilometri, la grande barriera corallina rappresenta circa il 10 per cento di tutte le barriere coralline del mondo. Oltre alle scogliere di corallo comprende centinaia di isole. Ospita migliaia di specie, tra cui spugne, più di seimila varietà di molluschi, 1.625 tipi di pesci, rettili marini, squali, oltre trenta specie di delfini e balene. Il sito, patrimonio Unesco, ha subìto negli ultimi otto anni cinque episodi critici. Lo sbiancamento avviene quando i coralli, sotto stress a causa della temperatura, espellono le alghe con cui vivono in simbiosi e che gli forniscono energia e nutrienti. I coralli diventano bianchi, e se la situazione si protrae possono morire. Secondo la Great barrier reef marine park authority sono in corso esami per determinare la gravità e la profondità del danno, che probabilmente varia notevolmente da una barriera all’altra. Il ricercatore capo dell’organizzazione, Roger Beeden, ha dichiarato alla Bbc che nella zona meridionale lo sbiancamento è il più grave degli ultimi vent’anni e potrebbe raggiungere proporzioni “senza precedenti”. Secondo Beeden “è troppo presto per dire quali saranno le conseguenze di questo evento”.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1554 di Internazionale, a pagina 98. Compra questo numero | Abbonati