Muhamadou Bittaye, Afp/Getty

Il parlamento gambiano, chiamato a decidere se abrogare una legge del 2015 che vieta le mutilazioni genitali femminili, ha preferito rinviare il testo a una commissione di esame il 18 marzo. Lo stesso giorno si è svolta una protesta davanti al parlamento ( nella foto ). Nel paese a maggioranza musulmana, la proposta di riforma è stata presentata in nome del rispetto di “ogni cultura e religione”. Tuttavia, fa notare il sito Wakat Séra, non è tollerabile tornare al passato e “condannare bambine innocenti a una vita mutilata”.

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Questo articolo è uscito sul numero 1555 di Internazionale, a pagina 22. Compra questo numero | Abbonati