La Bulgaria è precipitata in un nuova crisi politica e rischia di andare alle urne per quella che sarebbe la sesta elezione in tre anni. Il patto di governo siglato nel maggio 2023, che prevedeva una staffetta tra i conservatori di Gerb e i liberali di Continuiamo il cambiamento, non ha retto. E il 25 marzo la vicepremier Marija Gabriel, che avrebbe dovuto prendere il posto del premier liberale dimissionario, Nikolaj Denkov, non ha accettato l’incarico. Fallito il tentativo di far insediare un nuovo governo Denkov, il presidente della repubblica Rumen Radev ha dato un mandato esplorativo ai populisti di Itn, ma neanche loro hanno trovato una soluzione. Un nuovo voto anticipato sembra quindi inevitabile. Per l’uomo forte della politica bulgara, il lea­der di Gerb ed ex primo ministro Bojko Borisov, più volte accusato di corruzione, “questa è sicuramente l’opzione migliore”, scrive e-Vestnik. “Le riforme saranno rimandate, e anche l’elezione dei membri del consiglio superiore della magistratura, delle autorità di garanzia e dei servizi segreti. Solo così Borisov, che sta perdendo sempre più potere, potrà provare a mantenere il controllo dello stato”.

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Questo articolo è uscito sul numero 1557 di Internazionale, a pagina 26. Compra questo numero | Abbonati