Brevi flash di una o due tavole alternano la narrazione tra Venezia e Berlino, la storia d’amore tra un ragazzo tedesco, ariano per i nazisti, e un ebreo italiano, con la complicità della sorella gemella di lui, anticonformista e ribelle. Malgrado la frammentazione, la narrazione è fluida e intensa, i dialoghi restituiscono la mentalità dell’epoca e le psicologie, e già questo primo tomo, Sogni infranti, delinea un affresco storico, dove tanta borghesia ebraica per quieto vivere sostenne il fascismo. Non siamo lontani dalle narrazioni di Giorgio Bassani, adattamenti cinematografici compresi. La scrittrice Giovanna Furio collabora ancora con Marco Nizzoli dopo La strada della vita, ed è difficile dire chi è più bravo, tale è l’equilibrio: narrano del brutto per mezzo del bello, facendolo risplendere per contrasto. Nizzoli pare forse l’unico erede di una tradizione del fumetto d’autore italiano che va da Milo Manara a Vittorio Giardino. Il suo calligrafismo elegante si fonde alla perfezione con l’estetica illustrativa, i tratti somatici dei personaggi e la mimica delle espressioni facciali sono perfette, realistiche e al contempo stilizzate. Quanto all’uso magistrale degli acquerelli, ne scaturisce un’esperienza sensoriale, dove la luminosità, la voluttuosità, la sensualità, sono l’antidoto, filosofico e spirituale, all’oscurità dell’intolleranza che acceca la ragione quanto l’anima. Un elisir di lunga vita, o la vita stessa. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1556 di Internazionale, a pagina 85. Compra questo numero | Abbonati