Nel marzo 2020 tante famiglie in tutti gli Stati Uniti sono state costrette a fare i conti con l’apprendimento a distanza. In quel periodo milioni di persone non vedevano l’ora che i figli tornassero a scuola, ma altri genitori erano contenti di tenerli a casa. Una delle conseguenze durature della pandemia è stata la crescita dell’istruzione parentale (homeschooling in inglese). Secondo i dati raccolti dal Wash­ington Post, questa modalità d’insegnamento si sta diffondendo rapidamente e ha caratteristiche diverse dal passato.

Nel primo anno della pandemia l’home­schooling è cresciuto molto. Anche se nei due anni successivi c’è stato un lieve calo, nell’anno scolastico 2022-2023 il numero di bambini istruiti in casa è stato comunque superiore del 45 per cento rispetto al 2017. In diciotto stati abbiamo confrontato la crescita dell’istruzione parentale con le iscrizioni nelle scuole pubbliche e private nell’arco di sei anni. I risultati mostrano che il numero di adolescenti e bambini istruiti in casa è aumentato del 51 per cento tra il 2017 e il 2022 e, mentre le iscrizioni nelle scuole private sono cresciute del 7 per cento, quelle nelle scuole pubbliche sono diminuite del 4 per cento. Le stime fatte a partire da questi dati portano a pensare che oggi negli Stati Uniti le bambine e i bambini istruiti in casa siano tra 1,9 e 2,7 milioni, un numero più alto degli iscritti alle scuole cattoliche (1,7 milioni) e non lontano da quelli che frequentano le charter school (3,7 milioni), scuole private che ricevono finanziamenti pubblici. In 390 distretti scolastici c’è almeno un bambino in homeschooling su dieci nella scuola pubblica. Il numero di questi distretti è il quadruplo rispetto al 2017-2018.

L’istruzione parentale cresce in aree molto diverse, dalle zone rurali del Kentucky ai sobborghi della Florida, da New York alle città della California del sud.

I distretti più ricchi e quelli che presentano i risultati scolastici migliori (due gruppi che di solito si sovrappongono) hanno registrato il maggior incremento dell’homeschooling nell’anno scolastico 2020-2021, ma in quelli successivi il fenomeno è calato. Al contrario, dopo la pandemia i distretti con i risultati più bassi non hanno registrato variazioni nel ricorso all’insegnamento domestico, smentendo la teoria secondo cui i genitori istruiscono i figli in casa perché non vogliono iscriverli alle scuole pubbliche di basso livello.

Conservatori e progressisti

Per decenni l’homeschooling negli Stati Uniti ha riguardato quasi solo i cristiani conservatori che volevano incentrare sulla religione il percorso formativo dei figli. Oggi i genitori religiosi che scelgono di istruire i bambini in casa sono ancora molto numerosi, ma non sono più la maggioranza: se in uno studio del 2012 erano circa il 60 per cento, nell’estate del 2023 la percentuale è scesa al 34 per cento.

Da sapere
Preoccupazione e sfiducia
Perché i genitori scelgono l’homeschooling, motivi più citati, percentuale (Fonte: The washington post)

I genitori che hanno scelto l’istruzione parentale dopo la pandemia citano ragioni diverse, tra cui la paura delle sparatorie a scuola, il timore che i figli siano vittime di bullismo e la rabbia contro la politicizzazione delle scuole pubbliche. Inoltre molte famiglie temono che le scuole non siano in grado di prendersi cura dei bambini con necessità speciali. Tra i genitori che hanno optato per l’istruzione parentale, tre su dieci riferiscono che i figli presentano un disturbo da deficit di attenzione/iperattività, cioè il doppio rispetto di quelli che iscrivono i figli a scuola.

Le famiglie che scelgono l’homeschooling non sono solo più numerose, sono anche più varie. In generale chi tiene i figli a casa tende a essere più conservatore rispetto alla media: prima della pandemia i genitori di orientamento repubblicano superavano quelli democratici con un rapporto di tre a uno.

Da sapere
Lontani dalle aule
Andamento di varie forme di istruzione negli Stati Uniti, variazione percentuale. 2017-2018 = 0 (Fonte: The washington post)

Ma dal 2020 si registra una sostanziale parità. La metà dei genitori dice di aver scelto l’istruzione parentale perché i programmi scolastici sono troppo di sinistra, mentre un quarto dice che i programmi sono troppo conservatori. Ma dopo la fine della pandemia si registra una parità tra democratici e repubblicani.

Stanno cambiando anche le caratteristiche razziali di questo fenomeno. Nel 2019 le famiglie bianche erano tre quarti del totale, oggi sono poco meno della metà. Questo dato si spiega soprattutto con il fatto che l’istruzione parentale sta aumentando tra le famiglie ispaniche.

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Poi è cambiata la natura della formazione in casa. Le famiglie possono contare su nuove risorse, compresi i programmi online, come Outschool e Duolingo, che permettono ai figli di studiare autonomamente. Oggi i corsi online li usa il 60 per cento delle famiglie che scelgono l’istruzione parentale.

Infine in tutto il paese sono nate strutture per l’apprendimento in presenza alternative alle scuole. Quasi una famiglia su dieci tra quelle che ricorrono all’istruzione parentale manda i figli nelle microschool, dove i bambini si riuniscono in numeri ridotti e non tutti i giorni per imparare cose specifiche. Tra le opzioni ci sono anche le scuole ibride, dove gli studenti trascorrono parte della settimana in classe e parte in casa. ◆ as

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Questo articolo è uscito sul numero 1538 di Internazionale, a pagina 31. Compra questo numero | Abbonati