Scienza

Il ritorno del virus nipah

Dalla fine di agosto nel Kerala il virus nipah ha infettato sei persone, uccidendone due. È il quarto focolaio in cinque anni nello stato indiano. Per contenere i contagi, scrive Nature, in pochi giorni sono stati fatti più di 700 tamponi. Scuole, uffici e trasporti pubblici sono stati chiusi. Il virus nipah è comune tra i pipistrelli, e può contagiare gli esseri umani e animali domestici come il maiale attraverso il contatto diretto o tramite cibo e acqua contaminati dai fluidi corporei. Causa febbre, vomito, polmonite e disturbi neurologici, e ha un elevato tasso di mortalità (tra il 40 e il 75 per cento). Finora non esistono vaccini né terapie. Il rischio che si diffonda su scala globale è basso, ma se dovesse comparire una variante più contagiosa potrebbe arrivare in altri paesi e causare epidemie più vaste. Una migliore gestione della fauna selvatica e il ripristino delle aree forestali potrebbero ridurre la diffusione dei virus zoonotici.

I primi carpentieri

Un sito nello Zambia ha restituito le possibili tracce della più antica struttura in legno realizzata da ominidi. Presso le cascate Kalambo sono stati trovati due grossi pezzi di legno risalenti ad almeno 476mila anni fa, che erano incastrati tra loro grazie a un incavo. Nello stesso sito sono stati trovati degli utensili in legno, con una datazione più recente. I reperti erano sepolti in un terreno saturo di acqua, che ha privato di ossigeno funghi e batteri rallentando la decomposizione del legno. Non è chiaro a che tipo di costruzione appartenessero i due pezzi. Forse si trattava di una palafitta, di un rifugio o di una piattaforma rialzata per isolarsi dal terreno. Nel sito non sono state trovate ossa, e non si sa quindi quale ominide abbia prodotto e usato gli oggetti. Considerando l’età dei reperti e i ritrovamenti in aree vicine, potrebbe trattarsi dell’Homo heidelbergensis, un possibile antenato dell’H. sapiens, scrive Nature. Poiché il legno si conserva male, è molto difficile ricostruire l’evoluzione delle tecniche di lavorazione, ma sembra evidente che già cinquecentomila anni fa ominidi considerati primitivi fossero capaci di usarlo per realizzare strutture. ◆

Un solo continente

Secondo uno studio uscito su Nature Geoscience tra 250 milioni di anni la deriva dei continenti potrebbe portare le terre emerse a unirsi per formare un nuovo supercontinente, chiamato Pangea Ultima. L’intensificarsi dell’attività vulcanica rilascerebbe nell’atmosfera grandi quantità di anidride carbonica, provocando un forte aumento delle temperature. Con l’eccezione delle zone costiere più lontane dall’equatore, il supercontinente sarebbe desertico e inabitabile per la maggior parte delle specie attuali. Questo potrebbe innescare una nuova estinzione di massa.

Imparare senza cervello

Jan Bielecki, CC BY-SA

Le meduse possono imparare dalle esperienze fatte. Questi animali sono privi di cervello centralizzato, a differenza di insetti, mammiferi e molti altri animali. Secondo Current Biology le meduse Tripedalia cystophora (nella foto) possono imparare a riconoscere un ostacolo e a evitarlo. La capacità di apprendimento è importante per la sopravvivenza degli animali. Il risultato potrebbe aiutare a capire alcune proprietà fondamentali del sistema nervoso.

Pionieri degli abissi

I pesci cominciarono a colonizzare gli abissi oceanici almeno 130 milioni di anni fa, 80 milioni di anni prima di quanto ipotizzato. Si pensava che in quel periodo le profondità marine fossero abitate solo da vermi, molluschi e altri invertebrati, ma i fossili rivenuti in tre siti appenninici testimoniano la presenza di almeno tre specie di pesci ossei a circa 1.500 metri di profondità. “È stato come trovare le impronte degli astronauti sulla Luna”, spiegano i ricercatori italiani su Pnas.

Foto di Chris Thorogood

Biodiversità. Secondo Plants People Planet tutte le piante del genere rafflesia, che include alcuni dei fiori più grandi al mondo, sono a rischio di estinzione (nella foto una Rafflesia kemumu). Su 42 specie, 25 sono in pericolo critico di estinzione, 15 in pericolo e due vulnerabili. Le rafflesia vivono in Asia sudorientale.

Biologia Nel cervello delle femmine di topo con prole è stato individuato un circuito neurale che si attiva con l’ascolto delle vocalizzazioni dei cuccioli. Il circuito, che si trova nel talamo, trasmette l’informazione a neuroni dell’ipotalamo che controllano il rilascio dell’ossitocina, un ormone che promuove la produzione di latte. I neuroni dell’ossitocina si attivano solo dopo essere stati stimolati ripetutamente. Secondo Nature il sistema assicura l’efficienza delle cure materne.

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1531 - 29 settembre 2023
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