I libri italiani letti da un corrispondente straniero. Questa settimana Salvatore Aloïse collaboratore della tv francotedesca Arte.

Ci sono calessi, postriboli e baffi a manubrio, e si cita la battaglia di Custoza. Verona, 1880: migrazione, allora dall’Italia. La terra promessa è l’America. Faccendieri legati a insospettabili affaristi organizzano i viaggi della speranza. Niente scafisti, ma agenzie senza scrupoli che indirizzano migliaia di contadini poveri verso i piroscafi in partenza da Genova. Tutto prende il via da un cadavere martoriato e dall’inchiesta di un giovane procuratore, fervente repubblicano. A supportarlo, una strana compagnia formata da un burbero appuntato, ex soldato austriaco a Custoza; un’affascinante prostituta; un ragazzino che si arrangia per nutrire i fratellini; e una giovane che vuole diventare medica, eresia per i tempi. Sono i protagonisti del giallo di Alessandro Maurizi. Storia nella storia: il procuratore è davvero esistito. L’autore, ispettore di polizia, ha trovato per caso su una bancarella, a Trastevere, un suo libro e si è incuriosito. Nella realtà per il procuratore finì male. Nel giallo non lo diremo. Interessante lo sfondo storico-sociale, con condizioni ai limiti della sopravvivenza. Maurizi racconta che nella sua ricerca si è imbattuto nella via dei letti, una strada dove i poveri si preparavano il letto. Sognare l’America era ovvio. Proprio come ora nei villaggi africani si sogna l’Europa. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1562 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati